Il consiglio comunale straordinario, richiesto a gran voce dopo i suicidi avvenuti all’interno del carcere della dogaia di Prato, si farà il prossimo 23 novembre. Tra gli ospiti attesi anche il Ministro della Giustizia Carlo Nordio. Il tavolo era stato annunciato in piena estate, quando il caldo soffocante e le condizioni igienico sanitarie all’interno della struttura pratese la resero nuovamente una polveriera con due suicidi a distanza di una settimana. Rivolte sedate a fatica dal personale di polizia penitenziaria, celle in fiamme, disordini, agenti feriti. L’ultimo suicidio in cella, il quarto dall’inizio dell’anno, una settimana fa, un detenuto italiano di 50 anni con fine pena nel 2030. Nel carcere, nonostante i numerosi annunci anche da parte del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (in visita nel peniteziario lo scorso giugno) manca ancora un direttore titolare, le scadenze mai rispettate e l’organico ancora in forte crisi come denunciano i sindacati. La struttura, tra le più critiche in Toscana, è la prima in italia per numero di persone che si sono tolte la vita, dietro ai numeri persone storie e famiglie che piangono un caro morto mentre si trovava sotto la tutela dello Stato. L’inadeguatezza del carcere, il sovraffollamento, la ricerca di soluzioni concrete e risolutive nel minor tempo possibile è dunque nuovamente al centro del dibattito dell’amministrazione comunale che si confronterà sul tema il prossimo 23 novembre. All’incontro, come spiega il Presidente del Consiglio comunale Lorenzo Tinagli, è stato invitato anche il Ministro della Giustizia Carlo Nordio: “Sembra che questo carcere sia stato dimenticato dalle istituzioni competenti, lo vediamo nell’assenza delle istituzioni, in particolar modo del ministero della giustizia. Un fatto grave che non può essere taciuto e i fatti lo dimostrano. Per questo motivo abbiamo invitato direttamente il ministro Nordio, gli assessori regionali Spinelli e Bezzini, i sindacati di polizia penitenziaria e le associazioni di volontariato- continua Tinagli- L’istituto è estremamente complesso per tipologia di detenzione e reati e ribadiamo con forza che l’articolo 27 della nostra Costituzione non vede la condizione del detenuto come fine a se stessa ma che è un mezzo per riabiitare davanti alla società la persona che commette un errore. L’obiettivo- conclude Tinagli- è quello di superare le polemiche politiche per trovare una soluzione dignitosa e garantire una conoscenza sulle cose che mancano nonostante gli sforzi della polizia penitenziaria e dle personale. la dimenticanza del ministero della giustizia è grave e non può essere taciuta”.
Emergenza carcere, c’è anche il ministro Nordio tra gli invitati al Consiglio comunale straordinario del 23 novembre
La struttura, tra le più critiche in Toscana, è la prima in italia per numero di persone che si sono tolte la vita in cella. Tinagli: "Istituzioni assenti"
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