Si è aperto ieri, giovedì 23 gennaio, il processo per la morte di Gianni Gesualdi (nella foto), l’elettricista di 49 anni morto folgorato da una scarica elettrica mentre stava lavorando alla cappa della cucina del ristorante Tortellove, in via Tinaia, in pieno centro storico. A due anni e mezzo dall’infortunio mortale – era il 19 luglio 2022 – davanti al tribunale di Prato (giudice Bandiera) sono comparsi Angelo e Alberto Novelli, padre e figlio, soci con altri della Novelli Impianti, l’azienda di Montale di cui la vittima era dipendente. Assenti gli imputati, chiamati a rispondere di omicidio colposo nella rispettiva qualità di preposto di fatto e incaricato di seguire i lavori e di delegato alla sicurezza, difesi dagli avvocati Eva Betti e Massimo Nitto. Parti civili le sorelle e i genitori di Gianni Gesualdi, assistiti dall’avvocato Stefano Belli, e la moglie, assistita dall’avvocato Alessandra Favi. I due legali hanno chiesto e ottenuto il riconoscimento dell’azienda come responsabile civile.
I primi a salire sul banco dei testimoni sono stati i tecnici del Dipartimento della prevenzione della Asl Toscana centro che lavorarono alla ricostruzione dell’accaduto. Le loro dichiarazioni hanno confermato la morte per elettrofolgorazione: l’elettricista, infatti, stava svolgendo l’intervento sotto tensione, vale a dire con la corrente attaccata. Secondo le testimonianze, per quel lavoro, che comunque poteva essere fatto anche in assenza di corrente, erano indispensabili guanti e scarpe isolanti e visiera.
L’udienza è stata aggiornata a febbraio.
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