Addio a Andrea Toccafondi, ex proprietario storico dell’Ac Prato, tra i presidenti, o forse addirittura il presidente più longevo nella storia del calcio italiano. Andrea Toccafondi, 78 anni compiuti da qualche giorno, malato da tempo, è morto oggi, mercoledì 29 gennaio, a Bergamo dove si era trasferito circa 25 anni fa dopo aver lasciato i colori biancazzurri nelle mani del figlio, Paolo. Un personaggio, Andrea Toccafondi. Un personaggio eclettico, un imprenditore capace, un uomo lungimirante, un presidente spesso al centro di critiche anche molto dure, di reazioni forti da parte dei tifosi che avrebbero voluto vedere la loro squadra in categorie diverse dalle solite C1-C2-C2-C1 in un infinito ping pong. Alla guida dell’Ac Prato arrivò nel 1979 quando in un lampo chiuse la trattativa con il fiorentino Alfredo Senatori che quattro anni prima scommise sulla società con l’obiettivo di risollevarne le sorti. Una trattativa che Toccafondi, stanco di aspettare le decisioni della cordata in cui era entrato per investire nel calcio, chiuse in solitaria e a sorpresa: era un giovane imprenditore già di successo in un settore non marcatamente pratese come quello dell’autotrasporto. La sua famiglia ha tenuto l’Ac Prato per 42 anni. Andrea Toccafondi presidente dal 1979 al 1991, di nuovo dal 1996 al 2006, e ancora dal 2007 al 2014. Alti e bassi. Bassi e alti. Per qualche spaccato di gloria serve tornare indietro fino agli anni ’80. Nella stagione 1987/1988 il Prato sfiorò la promozione in serie B mentre la Coppa Italia, quell’anno, portò al Lungobisenzio la Roma di Conti e di Boniek.
Legatissimo ai colori biancazzurri che per lui sono sempre stati un pezzo di famiglia, un pezzo di cuore. Legato al punto che quando gli fu offerto, negli anni Ottanta, di rilevare il Cagliari in serie A rispose con poche parole: “Sono pratese, sono per il Prato, che me ne faccio del Cagliari io”? Pratese e per il Prato sempre e comunque anche quando la tifoseria allo stadio lo accoglieva con fischi e striscioni di protesta.
Una vita spesa per i colori biancazzurri. Poi il ritiro a Bergamo, città dove ha sede l’azienda di famiglia, la Koiné spa attiva nel settore dei trasporti e della logistica: 400 dipendenti, basi operative in mezza Italia, in Francia e in Germania e un portafoglio clienti con nomi di primissimo piano, dal Gruppo Nestlè a Klm ad Air France solo per citare qualche esempio.
Il Prato è passato di mano nel 2021 quando Paolo Toccafondi ha ceduto la proprietà all’imprenditore romano Stefano Commini. Una notizia che Andrea Toccafondi venne a sapere a cose fatte perché mai e poi mai avrebbe accettato di lasciare il suo Prato.
Andrea Toccafondi lascia la moglie Luciana e i figli Paolo, Donatella, Simona e Susanna. L’ultimo saluto sabato primo febbraio, alle 16, alla chiesa della Pietà. La sua ultima volontà: portarsi dietro i colori biancazzurri a cui è sempre rimasto fedele.
Tanti i messaggi di cordoglio arrivati da Prato e non solo: imprenditori, il mondo del calcio, professionisti hanno espresso vicinanza alla famiglia e ricordato un uomo “che ha vissuto tre vite”, che “ha affrontato ogni sfida con coraggio e passione”, che “non si è mai risparmiato”, “generoso e diretto”, “pratese che più pratese non si può”.
La sindaca Ilaria Bugetti e tutta la giunta si stringono attorno alla famiglia: “Con Andrea se ne va un importante pezzo della recente storia di questa città, soprattutto calcistica. Ci mancheranno la sua schiettezza, la sua intraprendenza e la sua forza”. “La città di Prato – le parole della deputata Erica Mazzetti – ha perso uno degli imprenditori che hanno portato più valore al territorio con un impegno encomiabile nello sport e nel calcio, un impegno che ha e ha avuto pochi eguali, portando in alto i colori del Prato Calcio e quindi della città. Perdiamo un grande imprenditore, uno sportivo appassionato, un pratese vero”. (nadia tarantino)
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