Un archivio aperto in rete con 12.580 documenti fra foto, progetti e articoli che raccontano i primi trent’anni di Dryphoto, un progetto realizzato con il contributo Tocc per la Transizione digitale degli Organismi Culturali e Creativi del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – promosso nell’ambito del PNRR e finanziato dall’Unione Europea-Next Generation Eu e della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato con 7mila euro.
“L’archivio di Dryphoto – spiega Diana Toccafondi presidente della Fondazione – racconta la storia di un’impresa culturale unica che, con coraggio e originalità, attraversa 50 anni della nostra storia e vi partecipa attivamente con mostre, laboratori, eventi, spazi di incontro e sperimentazione, sempre con la stessa rigorosa partecipazione alla vita e alla storia quotidiana di cui ciascuno è parte. Dryphoto condividendo il sui documenti, ci permette di comprendere meglio chi siamo e di interrogarci con maggiore consapevolezza su dove stiamo andando.”
Nell’archivio si trovano anche manifesti politici degli anni Settanta del Centro di Documentazione di Prato, sede del gruppo prima dell’apertura della galleria, materiali fondamentali per il racconto sui centri di controinformazione attivi in quegli anni. Un’ attenzione particolare al territorio ha permesso la produzione di progetti legati alla città di Prato e alla regione Toscana, dove Dryphoto ha sede, che costituiscono una parte importante dell’archivio. Ne sono esempio la documentazione della distruzione dei vecchi edifici industriali di Prato, quella sul corso del fiume Arno dalla sorgente alla foce o dei cinema all’aperto in Toscana negli anni Novanta. La digitalizzazione e la messa in rete in open source di una parte dell’archivio è una testimonianza dell’evoluzione del linguaggio fotografico e di come il passaggio dall’analogico al digitale abbia cambiato il modo di produrre immagini
“Spesso ricercatori e studenti delle Università nazionali ed internazionali- spiega il fondatore Andrea Abati – chiedono documentazione per le loro ricerche, per il dottorato, per le tesi e finiscono sempre solo con un’intervista ad alcuni dei nostri soci. Associazioni a carattere culturale chiedono informazioni su specifici progetti e tutto viene risolto con l’invio parziale di file di immagini e documenti con un incredibile dispendio di energie e tempo. Con questo progetto sarà garantita la possibilità di accedere liberamente e gratuitamente anche a distanza all’archivio e alle informazioni in esso contenute” .
Dryphoto nasce come spazio interamente dedicato alla fotografia nel 1977, per alcuni anni unico in Italia: all’inizio della sua attività ha promosso la cosiddetta “Fotografia italiana di paesaggio” esponendo tutti i più importanti fotografi del panorama italiano, spesso ai loro esordi, insieme ad autori provenienti da vari paesi del mondo. Andrea Abati partecipava attivamente al dibattito sulla fotografia italiana e tutta l’attività espositiva dell’associazione è sempre stata accompagnata da un’ intensa attività didattica e di formazione del pubblico.
Per la consultazione dell’archivio è stato creato uno specifico sotto dominio
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