Dopo oltre quarant’anni di inattività, la storica fontana del Pescatorello — meglio conosciuta dai pratesi come la fontana del Papero — è tornata a zampillare in piazza del Duomo, restituendo alla città un frammento prezioso della sua storia. Per ora si tratta di prove tecniche in attesa del collaudo definitivo che avverrà presto.
Non tutti sanno che, quando fu realizzata insieme a quella di piazza Mercatale, l’acqua arrivava direttamente dalla fonte Procula, che sgorgava accanto all’attuale ristorante “La Fontana”. Un piccolo capolavoro di ingegneria idraulica ottocentesca, che per anni ha alimentato entrambe le fontane, fino a quando un misterioso guasto non ha interrotto il flusso, lasciandole a secco per decenni. Oggi, grazie a un intervento di restauro attento e moderno di Publiacqua, la fontana è tornata a “buttare”, questa volta con un sistema di riciclo sostenibile che garantisce la circolazione continua dell’acqua senza sprechi.






Foto servizio di Alessandro Fioretti
L’opera di restauro, dal valore di 90 mila euro, ha interessato la pulizia delle superfici in marmo, il consolidamento e la sigillatura delle fratture, e la realizzazione di una copia del Pescatorello, la statua che svetta al centro della vasca. L’originale, una volta restaurato, sarà custodito in un museo cittadino per essere preservato nel tempo. Progettata da Mariano Falcini e scolpita da Emanuele Caroni e Ulisse Cambi, la fontana è un raffinato esempio di scultura ottocentesca: un giovane pescatore circondato da animali marini e da una grande vasca circolare con due cigni ai lati “papere” che hanno dato origine al suo affettuoso soprannome.
Per molti pratesi più anziani, rivedere l’acqua sgorgare è stato come riaccendere un ricordo d’infanzia: il suono dei getti, i giochi di luce sul marmo, le risate dei bambini in piazza.
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