C’era anche una delegazione di Vaiano alla cerimonia che si è svolta al monumento in ricordo dei caduti dell’Oria a Saronikos nei pressi di Capo Sounion, a ottant’anni dal naufragio che costò la vita a quattromila giovani soldati.
Era il 12 febbraio 1944 quando nel mare greco una violenta tempesta provocò il naufragio dell’Oria, un piroscafo norvegese requisito dai tedeschi. A bordo c’erano oltre 4.000 soldati italiani destinati alla deportazione nei campi di prigionia del terzo Reich perché, dopo l’8 settembre, si erano rifiutati di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Tra loro numerosi giovani provenienti dalla Val di Bisenzio. Due nomi per tutti: quello di Dino Menicacci di Vaiano e quello di Giuseppe Doni de La Briglia.
Il filo di questa tragedia è stato riannodato qualche anno fa quando un sommozzatore ritrovò la gavetta di Dino Menicacci nei pressi del relitto, ne seguì la consegna alla Fondazione Cdse che si è impegnata con determinazione per il recupero della memoria di questo episodio drammatico. La scorsa domenica la cerimonia alla quale ha partecipato anche la delegazione del Comune di Vaiano, con Fabiana Fioravanti, assessora alla Cultura, e Giulio Bellini, assessore alla Politiche sociali e presidente del Cdse, insieme a Luisa Ciardi e Alessia Cecconi della Fondazione. “E’ una necessità mantenere la memoria di episodi come questi e coltivare il ricordo di giovani come Dino Menicacci e Giuseppe Doni – mettono in evidenza Fioravanti e Bellini – anche così si difende quel valore della pace che oggi più che mai deve essere messo in primo piano”.
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