“Storie di tutti i giorni, vecchi discorsi sempre da far (…)Un giorno in più che se ne va. Un orologio fermo da un’eternità”. Le strofe della canzone con la quale Riccardo Fogli trionfava al Festival di Sanremo in un freddo sabato sera del 30 gennaio 1982, sono la miglior colonna sonora per la serata, molto calda per il calore umano e l’affetto, che un gruppo di ex ragazzi classe 1971 hanno vissuto qualche sera fa alla Bottega di Prato in via Zarini. Quei ragazzi che qualche mese dopo quella finale di Sanremo avrebbero avuto il loro finale: gli esami di scuola elementare. Classe V E scuola “Collodi”. Le scuole del Purgatorio, come venivano chiamate allora. E potrebbero essere chiamate tutt’oggi visto che sono rimaste identiche. Di fronte lo scheletro del vecchio campino dell’Ambrosiana dove tanti di quei ragazzi hanno calciato i primi palloni, poco distante i giardini dell’Ippodromo e quelli di via Carlo Marx dove i bambini, finite le lezioni, correvano a giocare.
“Storie di tutti i giorni” di tanti anni fa, che gli ex alunni della sezione E hanno rispolverato e rivissuto insieme alla maestra Barbara, vero motore di quella classe, nella quale aveva portato un senso materno, la passione per gli scacchi e la musica. Insieme a lei la maestra Santina. “Allora ci rivediamo qui tra 43 anni (gli stessi trascorsi dall’ultimo giorno di scuola elementare)” ha azzardato qualcuno, ma tanto è stato il piacere di rivedersi che gli ex alunni della V E hanno già in programma un altro incontro “Per tutti quelli così come noi, da sempre in corsa, sempre a metà. Un giorno in più che passa, ormai, con questo amore che non è grande come… vorrei”
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