Tutti stretti uno accanto all’altro, nessuno con le mani in mano: chi rassetta le tende da campeggio, chi riempie i bicchieri con il tè caldo, chi sistema le scorte di acqua, chi prepara gli ultimi cartelloni con gli slogan da sventolare e urlare domani quando questo pezzo di territorio – la zona industriale di Seano, ai piedi delle rinomate colline di Carmignano – diventerà il simbolo della lotta allo sfruttamento del lavoro nelle aziende cinesi. Gli operai pakistani e i sindacalisti di Sudd Cobas sono al settimo giorno di sciopero. Sette giorni di picchetto davanti alla pelletteria di via Galilei, l’unica delle cinque ditte a non aver ancora regolarizzato i suoi lavoratori che non chiedono nulla di più della normalità: un contratto di lavoro regolare, a tempo pieno e indeterminato, con turni di 8 ore per 5 giorni a settimana. Unica ditta anche ad essere stata oggetto di un controllo: stamani la guardia di finanza si è presentata al portone su mandato della procura che ha aperto un’inchiesta per i reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, lesioni aggravate e minaccia grave a seguito dell’aggressione al picchetto. I finanzieri, insieme ai vigili del fuoco, hanno proceduto ad una perquisizione, ispezione e sequestro nei confronti dell’imprenditore allo scopo di recuperare elementi a sostegno delle ipotesi di reato contestate.
Sudd Cobas oggi, sabato 12 ottobre, ha convocato una conferenza stampa. La notizia non è la ‘Manifestazione antimafia’ di domani pomeriggio ma la presenza degli operai all’appuntamento con i giornalisti: “Se questi ragazzi oggi sono qui e partecipano alla vita democratica del territorio – dice Luca Toscano, coordinatore del sindacato – è perché i loro diritti sono stati riconosciuti e oggi, finalmente, si godono il loro giorno libero, il primo sabato libero dopo anni di lavoro senza interruzioni”. Un sabato diverso per chi fino a una settimana fa ha passato dodici ore tutti i giorni in fabbrica, senza interruzioni e senza diritti. Domani urleranno forte la loro condizione di sfruttati. Domani grideranno che tutela, difesa, diritti non sono un optional. Lo faranno davanti ad una platea che, stando alle numerosissime adesioni arrivate fino ad ora, sarà molto folta. Amministratori pubblici, istituzioni, partiti, associazioni, sigle sindacali: adesioni a pioggia per dire no allo sfruttamento lavorativo.
“Fatta eccezione per Fratelli d’Italia, accoglieremo tutti a braccia aperte ma non saremo morbidi – le parole di Sarah Caudiero, coordinatrice di Sudd Cobas – a nessuno chiederemo dove è stato fino ad ora ma solo dove sarà da adesso in poi”. “La rincorsa ad esserci” non viene condannata ma solo sottolineata da chi ha passato gli ultimi sei anni a dormire nelle tende da campeggio piantate davanti a decine di aziende, grandi e piccole e non sempre solo cinesi, per rivendicare i diritti dei lavoratori.
“Lo sciopero funziona – dicono Toscano e Caudiero – e funziona talmente bene che non soltanto riusciamo a regolarizzare gli operai, ma anche a scatenare aggressioni come quella di mercoledì notte contro il picchetto di Seano e come le tante altre che abbiamo subìto in passato: se qualcuno pensa che con le sprangate, o con le denunce, o con i fogli di via e i processi ci zittiremo, sbaglia”.
E sbaglia chi giudica sbagliato il metodo: “Ricordo alla Cgil di Prato – dice Luca Toscano – che se oggi esiste è grazie agli scioperi dei decenni scorsi, che se oggi ci sono contratti di lavoro nazionali è perché proprio la Cgil si è battuta a fianco dei lavoratori. Non ci siamo inventati niente, facciamo quello che altri non fanno più pur continuando a parlare di lavoro e di diritti”. Poi è il turno di chi ha parlato, in questi giorni, di solidarietà e di legalità: “Bene, siamo contenti ma poi serve passare dalle parole ai fatti. Facile sfilare in corteo, eppoi”?
Sudd Cobas ha ricordato le tante battaglie passate e anche quelle più recenti con la politica che è sempre rimasta in silenzio: “La politica – il commento di Luca Toscano – è debole, è succube del sistema: nessuno mette le mani sui profitti e sugli interessi anche quando è ben noto che profitti e interessi si fanno sulla pelle della povera gente sfruttata”.
Considerazioni anche sullo ‘Sportello antisfruttamento’ del Comune di Prato: “Ogni volta che si parla di lavoratori sfruttati viene tirato in ballo questo servizio – dice Caudiero – o non si capisce il tema della nostra battaglia o si fa finta di non capire: quello sportello va bene per i lavoratori che denunciano perché vogliono lasciare il posto di lavoro, qui difendiamo operai che vogliono uscire dal ricatto, dallo sfruttamento, operai che vogliono trasformare il loro posto di lavoro e adeguarlo a quello che prevede la legge. Che fa lo sportello antisfruttamento? Libera un posto di lavoro che poi va ad un altro sfruttato, in una catena senza fine”.
E non manca un riferimento al progetto ‘Lavoro sicuro’ della Regione Toscana: “Quel protocollo serve a non far morire più gli operai nelle fabbriche e figuriamoci se non siamo d’accordo – ancora i coordinatori di Sudd Cobas – ma noi vogliamo che venga cancellato lo sfruttamento”.
A chi invoca più controlli: “Non serve a niente la sfilza di numeri e di sanzioni – le parole dei sindacalisti – non è questa la soluzione e la storia degli ultimi anni lo dimostra”.
Gli sfruttati non sono solo gli operai pachistani seppure fino ad ora sono soltanto loro a ribellarsi: “Anche gli operai cinesi vorrebbero farlo ma hanno paura perché sanno che le conseguenze sarebbero pesanti – il commento di Caudiero – servono tutele e risposte esemplari alle denunce per incoraggiare qualsiasi persona a sottrarsi dalla schiavitù, dallo sfruttamento, dal ricatto”. (nadia tarantino)
Corteo contro lo sfruttamento, Sudd Cobas: “Accogliamo tutti a braccia aperte ma non basta la passerella”
Domani 'Manifestazione antimafia' in difesa degli operai che chiedono contratti di lavoro regolari. Il sindacato: "A nessuno chiederemo perché fino ad oggi non c'è stato ma solo se d'ora in avanti ci sarà". Intanto la procura indaga sull'azienda di Seano
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