Contrastare la violenza di genere partendo dai ragazzi, dai più giovani, per smantellare pezzo per pezzo la cultura ancora troppo radicata della disuguaglianza e del patriarcato. Gli studenti delle scuole superiori Da vinci, Gramsci e Dagomari, hanno partecipato questa mattina, martedì 22 ottobre, all’incontro con la psicologa e criminologa forense Roberta Bruzzone per affrontare, in maniera profonda e diretta, i rischi delle manipolazioni affettive. Il fenomeno, in crescita soprattutto nel contesto sociale attuale caratterizzato da nuove possibilità e trappole digitali, non sembra attenuarsi e al contrario coinvolge ragazzi sempre più giovani. La criminologa ha spiegato alla fitta platea di studenti all’interno del cinema Terminale di Prato, come comportarsi davanti a situazioni pericolose, come riconoscere i comportamenti che nascondono un disagio e come interpretare e rispondere correttamente alle situazioni complesse che si presentano in campo affettivo e sessuale. E ancora l’importanza del consenso, il superamento del pregiudizio e il contrasto netto ad ogni forma di sopruso e limitazione della libertà personale per assecondare il proprio compagno o compagna. Con esempi semplici e battute nette e taglienti, l’esperta è riuscita ad agganciare e mantenere alta l’attenzione dei ragazzi in due ore di scambi, interventi e confronti con l’obiettivo di coltivare nei ragazzi il rispetto dell’altro, alla base del cambiamento culturale necessario
L’iniziativa è stata organizzata dalla Provincia di Prato in collaborazione con il proprio centro antidiscriminazione e l’associazione “Senza veli sulla lingua”. Oltre ai docenti, che hanno accompagnato gli studenti, tra le prime file anche la consigliera provinciale alle pari opportunità Irene Romoli e il presidente della Provincia Simone Calamai. Non c’è più tempo per le soluzioni parziali, serve far spazio ad un approccio sociale ed educativo più incisivo che dalla famiglia arrivi fino ai banchi di scuola, senza tralasciare neppure il più piccolo segnale di allarme. “Il manipolatore affettivo conta su un alleato potentissimo che è il patriarcato, troppe donne ancora pensano che la loro realizzazione e il loro valore dipenda da un uomo o dall’essere madre. I retaggi culturali vanno smantellati, cerco di portare e trasferire un messaggio di risveglio e consapevolezza perchè c’è bisogno di cambiare radicalmente la maggior parte delle impostazioni culturali educative e valoriali che sono ancora oggi diffusissime – ha spiegato Roberta Bruzzone– Gli stereotipi di genere sono più forti che mai e continuano a condizionare la condizione femminile in maniera preoccupanti, il numero di ragazzi in relazioni disfunzionali che non sa distinguere tra una relazione sana e una di controllo e considera il controllo come un elemento favorevole e auspicabile è ancora elevato e mi spaventa moltissimo, è il presupposto per la violenza, il maltrattamento e il femminicidio è il fatto di confondere i piani del controllo con quello della protezione e dell’amore, ancora oggi si fa confusione. Il contesto digitale -spiega ancora Bruzzone- li ha resi più fragili nelle relazione e li porta a rifugiarsi su comportamenti di controllo che grazie al digitale sono più agevoli, il numero di ragazzine che viene geolocalizzato dal fidanzato, che viene bombardata di messaggi e restrizioni è impressionante ma quello che stupisce è il numero di genitori che assiste a tutto questo e lo ritiene normale”.
Il presidente della Provincia Simone Calamai ha poi aggiunto: “È un evento di grande rilevanza, e la presenza della Dott.ssa Bruzzone offre un contributo significativo su un tema che la Provincia affronta con impegno da molti anni. La violenza di genere è una problematica complessa, che include non solo i femminicidi, ma anche le discriminazioni quotidiane. Il nostro lavoro mira a contribuire a un cambiamento culturale e sociale necessario per affrontare questa sfida”. “Attualmente sono diminuiti i casi di discriminazione legati alla maternità e alla fruizione dei congedi- conclude la consigliera per le pari opportunità Irene Romoli– l’attenzione si ferma sull’aspetto della retribuzione e l’avanzamento di carriera. Parlare ai ragazzi è importante”.