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Continua l’ondata di scioperi di Sudd Cobas: 24 aziende su 28 hanno già firmato gli accordi


Centinaia di lavoratori davanti ai cancelli delle ditte per chiedere contratti regolari, turni di lavoro di 8 ore per cinque giorni a settimana e riconoscimento dei diritti. Toscano: "Il sindacato può entrare ovunque e affermare la dignità delle persone"


Nadia Tarantino


Ventotto scioperi in altrettante fabbriche in appena quattro giorno con 24 accordi chiusi grazie ai quali gli operai potranno lavorare secondo le regole: otto ore al giorno per cinque giorni a settimana. Continua in tutto il distretto pratese la lotta di Sudd Cobas contro i turni massacranti dei lavoratori spesso a nero o con contratti irregolari. I picchetti in blocco non si fermano: “Centinaia di operai mobilitati ogni giorno a cui va la solidarietà di quelli delle 29 ditte già sindacalizzate che hanno scioperato venerdì scorso – spiega il sindacato autonomo – un bilancio che già ora supera ogni previsione”.
Lo ‘Straike days’, iniziativa lanciata nei mesi scorsi per continuare a combattere lo sfruttamento, porta risultati dunque. Nella prima fase, tra aprile e maggio, gli accordi sono stati 15: “Ora è una valanga – dice Luca Toscano, leader di Sudd Cobas insieme a Sarah Caudiero – e la valanga si è fatta rivolta: i lavoratori di cinque aziende di uno stesso condominio industriale sono entrati uno dopo l’altro in sciopero esortati dai comizi sindacali fatti dai megafoni in lingua Urdu e Punjabi. I gazebi dei picchetti in sequenza tra loro a poche decine di metri l’uno dall’altro sono l’immagine che meglio racconta quello che sta accadendo in questi giorni. Chi vince sostiene chi non ha ancora vinto: così si alimenta la valanga. E i padroni, quasi tutti, sono costretti a cedere in poco tempo. Su chi non cede, la pressione aumenta ogni giorno”.
Le fabbriche cinesi sono sotto assedio: un assedio pacifico ma fermo, costante, che non arretra perché l’obiettivo è il contratto, sono i diritti. Tintorie, stamperie, fabbriche di grucce, stirerie industriali e aziende di logistica: non si contano gli operai impiegati che ora alzano la testa e si aggregano a Sudd Cobas. E lo stesso fanno i lavoratori delle aziende più piccole dove i dipendenti, quando sono tanti, non arrivano a quindici: “Non chiamatele piccole aziende – spiega il sindacato – messe tutte insieme sono la parte più grande del distretto, covi di lavoro nero dove lo sfruttamento è al massimo e il sindacato non era mai entrato”.
Sindacalizzare l’insindacalizzabile: missione compiuta. Una scommessa su cui nessuno avrebbe puntato uno spicciolo e che altri hanno talvolta guardato dall’alto in basso mentre Sudd Cobas montava le tende e allestiva i gazebo per passare il giorno e la notte davanti ai cancelli delle fabbriche in attesa della firma del contratto di lavoro. Una modalità che non è mai cambiata: gli operai in sciopero dormono sui marciapiedi, mangiano seduti su uno sgabello, e sognano giornate di lavoro umane con paghe giuste e con il riconoscimento dei diritti.
“Dietro le miriadi di piccoli capannoni e di partite Iva intestate a prestanomi – ancora Sudd Cobas – si celano pochi grandi padroni delle filiere del pronto moda. Non è la favoletta dell’operaio cinese che prima cuciva e poi si è messo in proprio. E’ un sistema che scompone il processo produttivo, lo distribuisce in tante aziende e chi sta in alto controlla”.
Duro l’attacco al sindacato ‘tradizionale’: “È stato fatto quello che i sindacati negli ultimi quarant’anni si sono rifiutati di fare: mobilitare chi ha diritti per chi non ce li ha”.
Nelle strade del Macrolotto 1, la zona produttiva più estesa e più vecchia di Prato, Sudd Cobas ha organizzato da domenica il ‘Macroblocco day’: scioperi degli sfruttati e scioperi di chi dalla morsa delle sfruttamento è uscito. “Uno spirito sviluppato – spiega il sindacato – negli anni in cui c’erano gli sgomberi dei picchetti da parte della polizia, o in risposta alle aggressioni mafiose. E’ la coscienza della nuova classe operaia”.
Cosa accadrà nelle fabbriche sindacalizzate e contrattualizzate? “Non lo sappiamo ma sappiamo – conclude Sudd Caobas – che i lavoratori regolarizzati negli anni passati hanno conquistato condizioni migliori con le contrattazioni di secondo livello, hanno buoni pasto, passaggi di livelli automatici, permessi retribuiti aggiuntivi. Noi siamo attenti perché sappiamo che quello che è stato conquistato deve essere difeso”. (nt)

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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