Soltanto un’azienda si è rifutata di firmare contratti regolari ai suoi lavoratori in sciopero e qui Sudd Cobas non solo continua il picchetto ma estende la protesta nelle altre due ditte riconducibii allo stesso imprenditore. Il sindacato autonomo che da anni si batte contro lo sfruttamento lavorativo, dunque, non si arrende. Non lo ha mai fatto e certo non comincerà ora che la Ydl, con sede a San Giusto, oppone resistenza. La risposta è stata chiara ed è la triplicazione dello sciopero che da oggi, sabato 7 giugno, riguarda anche due maglifici in via Gora del Pero e in via Molinuzzo. “Anche in questo caso – spiega il leader Luca Toscano – dietro un piccolo capannone si nascondono condizioni di lavoro non regolari contro cui continuiamo la nostra lotta”. Lo slogan è sempre lo stesso: 8×5, otto ore di lavoro al giorno per cinque giorni a settimana e con il riconoscimento di tutti i diritti che leggi sul lavoro prevedono, dalla malattia alle ferie ai permessi.
L’azienda di San Giusto, in via del Malfante, è l’unica che non ha ancora sottoscritto gli accordi. L’unica in una settimana di ‘Strike days’, questo il nome della campagna messa in atto dal sindacato. Una trentina le regolarizzazioni che hanno interessato poche decine di operai. Poche decine perché si parla di imprese numericamente molto piccole dove però Sudd Cobas ha dimostrato che si può ugualmente sindacalizzare. “Siamo determinati a non mollare la battaglia alla Ydl – ancora Toscano – qui la solidarietà ai lavoratori in sciopero da parte di quelli delle 28 imprese che hanno aderito alla regolarizzazione e che ora lottano al fianco dei loro colleghi”.
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