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Condannato per omicidio diventa uno studente modello: premiato dall’amministrazione penitenziaria


Daniele Maiorino, rinchiuso nel carcere della Dogaia e condannato pochi giorni fa a 24 anni per la morte del cognato, ha concluso con voti alti il primo anno della scuola alberghiera. La difesa: "Studia e si impegna per trovare subito un lavoro quando tornerà libero"


Nadia Tarantino


Miglior studente tra tutti i detenuti della Dogaia che frequentano la scuola. L’Amministrazione penitenziaria ha premiato Daniele Maiorino, condannato dalla Corte d’Assise di Firenze a 24 anni per l’omicidio del cognato e vicino di casa, Alessio Cini, tecnico tessile pratese preso a sprangate e poi, ancora vivo, dato alle fiamme. Maiorino ha ricevuto un premio di 600 euro per aver concluso con voti alti il primo anno di scuola alberghiera, percorso intrapreso subito dopo essere entrato in carcere il 19 gennaio 2024 con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà.
Alessio Cini fu ucciso all’alba dell’8 gennaio dello scorso anno a Ponte dei Baldi, nelle campagne alle porte di Agliana, nel piazzale della villetta nella quale abitava con la figlia e nella quale viveva anche il cognato con moglie e figlia. Prima una serie di sprangate e poi il fuoco appiccato dopo aver cosparso una tanica di benzina quando la vittima era ancora agonizzante. Un omicidio, secondo la ricostruzione della procura di Pistoia e dei carabinieri, dettato da questioni economiche; per gli investigatori, l’obiettivo di Maiorino era quello di mettere le mani, attraverso l’affidamento della nipote minorenne, su una eredità ricevuta da Alessio Cini. Una tesi sempre respinta e smontata dagli avvocati della difesa, Katia Dottore Giachino e Fulvia Lippi: “Cini era ancora sposato con la madre di sua figlia e l’eredità, piccola eredità, sarebbe andata a loro”. Diversi gli elementi che hanno pesato sul destino giudiziario dell’imputato a cominciare dai suoi soliloqui in macchina intercettati dalle microspie piazzate dai carabinieri: parlando da solo, a voce alta, l’uomo, nei giorni successivi all’omicidio, sembrava conoscere particolari che solo l’assassino poteva sapere. Nel corso delle udienze, accusa e difesa si sono date battaglia a suon di perizie e consulenze su questo come su altri punti focali.
L’imputato ha urlato la sua innocenza dal primo giorno ma lo scorso 2 ottobre, al termine di quasi un anno di processo, è arrivata la condanna a 24 anni. Alla lettura del dispositivo, la figlia di Cini è esplosa in un pianto disperato. Urla di rabbia e di rancore nei confronti dello zio: “Troppo poco, troppo poco”. La difesa è in attesa di leggere le motivazioni ma il ricorso è scontato.
In carcere Daniele Maiorino ha cercato la via del riscatto e ha scelto lo studio. Il primo anno di scuola alberghiera è stato per lui un successo: voti alti, grande impegno, passione per i libri e la voglia di arrivare al diploma. Una dedizione che gli è valsa la sorta di borsa di studio assegnata dall’Amministrazione penitenziaria che ha valutato il rendimento di ogni singolo detenuto-studente nel proprio percorso di studio. Lo studio – dall’alfabetizzazione fino all’Università – è uno dei pochi impegni che la casa circondariale di Prato offre a chi sta scontando una pena o è in attesa di giudizio; è uno dei cardini su cui si fonda l’obiettivo della socializzazione e del reinserimento futuro e sono tanti i detenuti che frequentano i corsi: per qualcuno un ritorno sui libri dopo errori, travagli e vicissitudini varie, per altri, invece, la scoperta di una opportunità di conoscenza e di crescita.
“Maiorino ha scelto di dedicarsi alla scuola per sfruttare questo tempo dietro le sbarre – dice l’avvocato Dottore Giachino – mi ha detto che quando uscirà sarà pronto per un nuovo lavoro e potrà spendere le sue nuove competenze nel settore alberghiero o in quello della ristorazione”. L’assegnazione del premio è stata una sorpresa per Maiorino che ha chiesto informazioni su quei 600 euro accreditati sul suo conto senza immaginare che potesse essere il riconoscimento al suo impegno nello studio che, per quello che riguarda il passato anno scolastico, non ha avuto eguali in tutto il carcere. Da qualche settimana per Daniele Maiorino è cominciato il secondo anno di scuola alberghiera l’obiettivo è ripetere il successo del primo anno.
“Sono andata a trovarlo in carcere in questi giorni – racconta l’avvocato Dottore Giachino – mi ha chiesto i tempi del processo e della sentenza di Appello. Aspetta fiducioso di vedere affermata la sua estraneità alle accuse che lo hanno portato alla condanna. Aspetta e intanto studia con profitto”. (nadia tarantino)

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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