E’ durato da domenica a oggi, giovedì 20 giugno, lo sciopero degli operai della G Plast, l’azienda cinese tra le maggiori che producono grucce. I sei operai pachistani che per cinque giorni sono rimasti davanti ai cancelli di via Fonda di Mezzana, hanno raggiunto l’accordo con la proprietà per la regolarizzazione del rapporto di lavoro. Luca Toscano e Sarah Caudiero di Sudd Cobas hanno concluso il tavolo della trattativa in tempi record: “I lavoratori – si legge in un comunicato – saranno tutti regolarizzati con contratti a tempo indeterminato, con turni di otto ore su cinque giorni la settimana. L’accordo prevede anche altro: la necessità di intervenire per superare le storture e le condizioni capestro previste dal contratto nazionale Artigianato settore tessile, moda e chimica”. Perché questo passaggio? “Perché il contratto ‘legale’, applicato dall’azienda e sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil – viene spiegato da Sudd Cobas – consegna ai lavoratori salari indegni, molto al di sotto di quel salario minimo proposto e affossato in Parlamento, e condizioni non accettabili come il mancato pagamento della malattia per certificati inferiori a sei giorni. Lo sfruttamento non è solo un tema di illegalità”. E ancora: “La proprietà della G Plast ha accolto anche la richiesta sindacale del pagamento della malattia al 100 per cento. A questo si aggiunge il riconoscimento di livelli superiori ed un ulteriore aumento salariale (superminimi) per raggiungere un salario di 1620 euro lordi mensili. Condizioni peggiori – si legge ancora nel comunicato – continuano ad essere in piedi in centinaia di piccole e medie imprese “artigiane” che lavorano nelle filiere produttive dell’alta moda, dove operai pagati 1100 euro netti producono borse in vendita a più di duemila euro.
Ai lavoratori che vorranno tornare nel paese di provenienza verrà garantito un periodo di 60 giorni annui tra ferie ed aspettative, venendo così incontro alle esigenze di chi ha affetti, genitori, coniugi o figli a migliaia di chilometri di distanza. Il presidio ai cancelli quindi smobilita, dopo aver raccolto – concludono Toscano e Caudiero – la solidarietà di decine di lavoratori del distretto, studenti ed abitanti del territorio”.
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