Attività di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado con l’obiettivo di smantellare la cultura patriarcale, retaggi dannosi per donne e uomini e, in contemporanea, bilanci di genere per gli enti del territorio provinciale per monitorarne “lo stato di salute”. Sono queste le principali azioni del secondo ciclo triennale del progetto “Ardi” (acronimo di Ascolto, rispetto, dialogo inclusivo) finanziato per altri tre anni dalla Regione Toscana per la Provincia di Prato. Le risorse, a Prato 400mila euro, provengono dal fondo sociale europeo e sono stati destinati, da una legge regionale, proprio per attività di sensibilizzazione su queste tematiche. Le iniziative sono state presentate oggi, martedì 25 febbraio, nella sede della Provincia dall’assessora regionale alle pari opportunità Alessandra Nardini e dal presidente della provincia Simone Calamai insieme all’assessora montemurlese Valentina Vespi e alla presidente del centro antiviolenza La Nara di Prato. L’obiettivo è quello di impegnarsi per le generazioni future con lezioni frontali laboratori e proiezioni per parlare ai ragazzi di rispetto, sollecitando la presa di coscienza e la successiva costruzione di una società equa. Nel dettaglio verranno previste proiezioni di film e incontri per ragazzi delle scuole secondarie di I e II grado, circa 13 mila studenti. Mentre a docenti e personale Ata saranno dedicati incontri di sensibilizzazione migliorare le competenze didattiche sui temi delle differenze in un’ottica di rispetto di genere. Il secondo progetto riguarda la realizzazione del bilancio di genere. In collaborazione con i Comuni del territorio, la Provincia di Prato e il Comune di Montemurlo saranno coinvolti nella sperimentazione di questo strumento, con l’obiettivo di adottare una metodologia coerente con le linee guida realizzando tre bilanci di genere per monitorare l’impatto delle politiche pubbliche sulle disuguaglianze di genere. L’approccio adottato si basa sul principio del “gender mainstreaming”, che implica l’integrazione della prospettiva di genere in tutte le politiche e voci di bilancio delle amministrazioni. Il processo coinvolgerà attivamente il personale politico e amministrativo, promuovendo la trasparenza, l’efficienza, l’equità e la partecipazione. L’obiettivo è garantire che tutte le politiche e i bilanci siano analizzati e strutturati tenendo conto dell’impatto di genere, con l’intento di favorire una maggiore consapevolezza e inclusione nelle scelte amministrative.
“La Provincia di Prato e orgogliosa di far parte di un progetto così ambizioso e cruciale per la promozione della parità di genere e per la sensibilizzazione contro la violenza di genere – ha dichiarato il presidente della Provincia di Prato Simone Calamai – Grazie al finanziamento della Regione Toscana abbiamo l’opportunità di realizzare due iniziative strategiche che coinvolgono direttamente le scuole e le amministrazioni locali. Il nostro impegno è orientato alla costruzione di una comunità più inclusiva, rispettosa e consapevole, in cui la cultura del dialogo e del rispetto reciproco diventi un valore essenziale e quotidiano”.
“Se vogliamo combattere le disuguaglianze di genere dobbiamo farlo concretamente – spiega l’assessora regionale all’Istruzione e alle Pari Opportunità Alessandra Nardini – dobbiamo partire dall’educazione, dal rimuovere pregiudizi, destrutturare stereotipi e ruoli di genere. Dobbiamo, dunque, cambiare la cultura del nostro Paese, della nostra società, superando quel rapporto storicamente diseguale tra donne e uomini e sconfiggendo il patriarcato che, al netto di quello che alcuni dicono, esiste ancora, eccome. Oggi non solo confermiamo il rifinanziamento ma lo incrementiamo notevolmente e diamo continuità a questi interventi, attraverso un bando triennale finanziato con 5,7 milioni a livello regionale”. “Come nel 2022, tra le azioni che le Province possono mettere in campo con queste risorse – sottolinea Nardini – ci sono i bilanci di genere, uno strumento molto utile per mettersi in discussione e migliorarsi, andando ad analizzare come le scelte amministrative fatte impattino, talvolta appunto diversamente, sulla qualità della vita delle cittadine e dei cittadini e per chiedersi dunque se le scelte adottate siano o meno sufficienti per promuovere una reale e piena parità o come poter fare di più. E poi i progetti di sensibilizzazione nelle scuole di ogni ordine e grado, azione che ho voluto anche in questo bando obbligatoria per accedere al finanziamento, perché sono fermamente convinta che questa sia la sola strada per prevenire, per impedire in futuro che disuguaglianze e discriminazioni continuino a verificarsi”.
“Fare antiviolenza a Prato bisogna farlo conoscendo la città, lo si può fare solo con rete forte che è territorio e storia, soltanto dando valore a questa rete si possono fare percorsi efficaci. La rete si tiene così, con le donne si lavora così- spiega Francesca Ranaldi, La Nara- Lavorare sulla prevenzione vuol dire arrivare prima, nei percorsi e nella loro sicurezza. Il femminicidio è ancora la prima causa di morte nelle donne tra i 16 e i 40 anni”.
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