Niente lavapadelle, una sola barella-doccia per due piani, vasche sostitutive inutilizzabili per i degenti allettati, carenza di divise e di prodotti sanificanti. Da mesi i lavoratori del Consorzio Astir impiegati a Casa Marta denunciano la mancanza di presidi fondamentali, una situazione che mette in difficoltà il personale e compromette la qualità dell’assistenza offerta agli ospiti. Per questo motivo, una trentina di soci dipendenti, iscritti a Cisl e Uil Fpl, hanno organizzato nel pomeriggio di oggi 3 novembre un sit-in di protesta davanti alla sede del consorzio, in via Nazario Sauro.
“Chiediamo che vengano forniti gli strumenti necessari per lavorare — spiegano i responsabili regionali del terzo settore, Alessandro Bottai (Uil) e Filippo Serlupi (Cisl) —. Le nostre richieste risalgono al 2021, ma non abbiamo ancora ricevuto risposte. Non capiamo tanta parsimonia nell’acquisto dei materiali, considerando che le quote sociali e sanitarie sono state aumentate.” Casa Marta è gestita dalle cooperative Humanitas, L’Orizzonte, Fuorischema e La Traccia (in liquidazione dallo scorso ottobre), tutte aderenti al Consorzio Astir.
“Siamo preoccupati anche per le differenze salariali che persistono tra i lavoratori e per le voci, che circolano ormai da mesi, secondo cui Casa Marta sarebbe stata venduta a una multinazionale del Nord Italia — aggiungono i sindacalisti —. Abbiamo bisogno di certezze.” Nel frattempo, i lavoratori della cooperativa La Traccia sono stati riassorbiti all’interno del consorzio. Il 15 novembre è previsto un incontro tra Astir e i rappresentanti sindacali. “Per quella data — concludono Bottai e Serlupi — ci aspettiamo risposte concrete, non solo sulla gestione dei presidi, ma anche sul futuro di Casa Marta.”
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