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Carmignano è la “Città del Vino” con il miglior piano urbanistico


Il riconoscimento ritirato dal sindaco Prestanti durante il il forum "Turismo sostenibile e valoriale: le buone pratiche di Città del Vino fra enoturismo e pianificazione"


Claudio Vannacci


Carmignano è la “Città del Vino” con il miglior piano urbanistico. E’ quanto emerso nel pomeriggio di venerdì 9 novembre a Firenze, nello scenario dell’Innovation Center di Fondazione Cassa di Risparmio, davanti ad una platea di amministratori, docenti universitari e pianificatori urbanistici, riuniti dall’Istituto nazionale di urbanistica e dall’associazione “Città del Vino”, che rappresenta più di 500 territori vocati alla viticoltura, per il forum “Turismo sostenibile e valoriale: le buone pratiche di Città del Vino fra enoturismo e pianificazione”.
Il riconoscimento di “Miglior pratica urbanistica delle Città del Vino. Miglior Piano, Buona Pratica, Progetto”, “come esempio virtuoso di pianificazione integrata e azioni in favore dell’ambiente, della sostenibilità, della fruibilità turistica e della tutela del paesaggio vitivinicolo”, è stato consegnato, a conclusione del convegno urbanistico, direttamene nelle mani del sindaco Edoardo Prestanti dall’associazione di cui è coordinatore regionale.
A fare la differenza per il Comune del Montalbano, che si è imposto sulla veneta Valdobbiadene, terra di prosecco, a cui è andata una menzione, il Piano strutturale adottato a gennaio. Era stato lo stesso Prestanti, poco prima di ottenere per il Comune l’ambito riconoscimento, ad illustrare le linee del Piano strutturale di Carmignano e di una politica urbanistica che punta al recupero e al riuso di aree degradate e di insediamenti industriali ed artigianali, a favorire il recupero del patrimonio edilizio storico, al mantenimento e sviluppo delle attività produttive agricole, industriali, artigianali, a preservare le tradizioni agricole locali, a tutelare e valorizzare l’ambiente del Montalbano, ad incentivare per le medie e grandi aziende vitivinicole interventi di messa in sicurezza idraulica.
Il vino a Carmignano ha radici profonde: sono attualmente un centinaio le aziende agricole che operano su una zona di produzione Docg di 135 ettari, più o meno la stessa dai tempi di Cosimo III de’ Medici. Il Piano strutturale (Riccardo Breschi coordinatore e Maurizio Silvetti responsabile del procedimento, entrambi ringraziati dal sindaco), riconosce le straordinarie risorse storiche e paesaggistiche di Carmignano, la cui componente agricola, rimasta pressochè invariata nonostante le trasformazioni e l’urbanizzazione del fondovalle, forma ancor oggi il tessuto centrale e connettivo del Comune mediceo.
“Abbiamo scelto – ha chiuso il sindaco – di tutelare il valore del nostro paesaggio, le sue vestigia storiche e architettoniche. Abbiamo scelto di conciliare esigenze economiche ed ambientali, con un insieme di pratiche che mentre migliorano i processi produttivi hanno un occhio di riguardo alle nostre inestimabili condizioni ambientali. Carmignano resta fortemente legata alla sua identità, che intendiamo preservare in ogni modo, anche sviluppando forme sostenibili di fruizione tristica e del tempo libero”.
Alla fine immancabile il brindisi, naturalmente con i vini di Carmignano.

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