Da mesi nel reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Prato si registravano tensioni tra il personale medico e il primario e capo Area Guglielmo Consales. Uno scontro che nelle scorse settimane è deflagrato costringendo i vertici Asl a intervenire pesantemente fino a revocare, due giorni fa, l’incarico di capo area a Consales, passato a interim al direttore del dipartimento di Emergenza urgenza Simone Magazzini. La contrapposizione è risultata talmente forte da mettere a rischio i servizi per i pazienti.
Insieme al sindacato Aaroi, infatti, i camici bianchi di questo reparto hanno proclamato lo stato di agitazione e deciso di astenersi dall’attività aggiuntiva come estremo atto di protesta per le condizioni quotidiane di lavoro dentro il reparto pratese. Si tratta in sostanza di dire no agli straordinari che nel caso di questi specialisti sono rappresentati da interventi chirurgici programmati. Un bel problema soprattutto in questo periodo storico in cui c’è bisogno di smaltire le liste di attesa. I tentativi di trovare una soluzione che risolvesse i motivi della protesta sono tutti naufragati e la situazione si è ulteriormente aggravata tanto che l’orario di servizio di marzo comportava il taglio di ben 80 sedute operatorie. In una seduta ci possono essere più interventi, dunque il danno per i cittadini che da tempo attendono di essere chiamati per un’operazione, sarebbe stato notevole. I vertici aziendali – così almeno si legge nella delibera dell’Asl – hanno chiesto a Consales di “trovare il modo per tamponare la situazione ma lo schema è stato confermato integralmente”. La direzione aziendale è quindi intervenuta al suo posto coinvolgendo le altre strutture dell’area Anestesia e rianimazione, in sostanza gli anestesisti degli altri ospedali dell’Asl, e creando la condizioni affinché i colleghi di Prato tornassero a fare l’aggiuntiva. Marzo è stato quindi tamponato. Tutto risolto? Neanche per sogno. Il problema si è ripresentato con l’orario di aprile che avrebbe fatto saltare ben 110 sedute chirurgiche “senza che il dottore Consales si sia attivato in alcuna maniera al fine di verificare la possibilità di mitigazione di ipotesi gravemente lesive degli interessi dei pazienti e dell’azienda facendo doveroso uso delle proprie prerogative di dirigente di area”. In sostanza è venuto meno il rapporto di fiducia ritenuto “elemento essenziale degli incarichi dei dirigenti apicali aziendali”. E’ scattata quindi la revoca dell’incarico di direttore d’area che viene assunto a interim dal capo dipartimento Magazzini a cui va il compito di ristabilire l’operatività dell’attività anestesiologica all’interno del Santo Stefano.
Ma quali sono i motivi alla base di questa forte contrapposizione tra i medici del reparto e Consales? Secondo quanto comunicato dal sindacato, siamo di fronte a mancati riposi e recuperi, ferie saltate, turni pesanti e scarsa valorizzazione professionale. Una situazione – scrive l’Asl nella delibera – che si trascina da anni e che negli ultimi mesi è diventata ingestibile. A ottobre è stato proclamato lo stato di agitazione. A novembre i direttori di struttura afferenti all’area diretta da Consales si sono rivolti ai vertici aziendali per chiedere un incontro urgente per trovare soluzioni condivise. Soluzioni che la contrapposizione tra le parti ha reso impossibile attuare peggiorando ulteriormente la situazione. Di fronte al rischio di ledere gli interessi e i diritti dei malati, al dg Valerio Mari non è restato che intervenire pesantemente revocando ogni incarico a Consales. Un atto forte e inedito.
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