Le campane a festa di Palazzo Pretorio hanno salutato con gioia, ieri sera giovedì 8 maggio, l’annuncio del nuovo pontefice. La città di Prato si è unita alla grande emozione e commozione per la nomina di Leone XIV, che nonostante l’iniziale sorpresa, è riuscito a conquistare fin da subito la comunità cattolica. Il vescovo di Prato Giovanni Nerbini, ha commentato così l’elezione di Robert Francis Prevost: “In poche parole Leone XIV ci ha dettato un programma intenso di lavoro – dice il vescovo Nerbini – si è rifatto al suo predecessore, lo ha citato per nome e poi ha parlato, riprendendoli uno a uno, i grandi temi di oggi: quello della pace, quello di costruire ponti e non muri, quello del “tutti insieme”, su cui ha insistito più di una volta. Anche questo richiamo a quella terra da cui è venuto, e non a quella di origine, dove è stato vescovo, cioè l’America Latina, è un richiamo a un bisogno di giustizia sociale di cui il mondo sente assolutamente bisogno. Anche il nome scelto, Leone, si collega a un Papa, Leone XIII, che ci ricorda l’attenzione alla dottrina sociale della Chiesa”
La sindaca di Prato, Ilaria Bugetti: “Ogni nuovo Papa è una voce che si alza nel mondo. Che sia di pace, di giustizia e di umanità. Benvenuto Leone XIV. Per te anche le campane del Pretorio hanno suonato a festa. Tutta la città ti aspetta a braccia aperte”. Alla gioia per il nuovo Papa si è aggiunto anche il presidente della Provincia Simone Calamai che sui social scrive: “Con emozione al nuovo Papa Leone XIV i miei più cari auguri per un pontificato che possa dare tanto a tutta l’umanità con i grandi valori di amore, pace, giustizia e fratellanza del vangelo, proseguendo l’impegno e l’esempio di Papa Francesco.”
“Le parole con cui Papa Leone XIV si è presentato al mondo hanno subito dissipato la perplessità iniziale che ho provato nell’apprendere che il nuovo pontefice proveniva dagli Stati Uniti – afferma Luca Giusti, presidente di Confartigianato Imprese Prato -. In un’epoca in cui questa nazione rappresenta una superpotenza capace di influenzare profondamente le dinamiche economiche, politiche e culturali globali, mi era parso legittimo interrogarsi sull’opportunità che a questa già marcata preminenza si aggiungesse anche un ruolo di guida spirituale per l’intera comunità cattolica. Ma quel dubbio si è dissolto immediatamente di fronte alla statura del nuovo Papa, che fin da subito si è rivelato come una figura al di sopra degli Stati e delle loro strategie, un punto di riferimento autenticamente universale. Due parole, in particolare, hanno segnato il suo primo discorso e indicato con chiarezza la direzione del suo pontificato: pace e inclusione. Non si tratta solo di termini evocativi, ma di valori profondi e urgenti per il nostro tempo. Il Santo Padre ci ha ricordato che la pace è il bene primario dell’umanità, ma ha anche sottolineato l’importanza dei mezzi con cui si costruisce e si custodisce. L’inclusione, poi, è una sfida cruciale in un mondo che ha vissuto cambiamenti rapidi e profondi, a partire dai fenomeni migratori. Sarà solo attraverso l’inclusione che potremo delineare un nuovo equilibrio sociale e gettare le basi per un futuro più giusto, sostenibile e condiviso”.
Riproduzione vietata
