Cambia la mappa delle povertà in città: la San Vincenzo de Paoli e la mensa La Pira registrano un calo delle richieste di aiuto, da una parte e delle presenze ai tavoli di via del Carmine dall’altra. Un fenomeno che è sotto osservazione per cercare di capirne le cause che dura da dopo il Covid. “Siamo passati dai 180 pasti di media del 2020, ai 120 attuali – spiega Elena Pieralli presidente dell’associazione Giorgio La Pira – , in crescita invece le richieste al dormitorio. Il calo dei pasti, ovviamente, è una notizia positiva, ma bisogna capire cosa è successo a tutte quelle persone che mancano all’ appello”. Cambia anche la composizione dei commensali, si è ridotta la presenza del gruppo “storico” anche per motivi di età, ed è in crescita quella di persone di passaggio, che frequentano i locali per poco tempo. Completamente assente l’etnia romena, in calo anche quella dell’Africa sub Sahariana che ha avuto un picco di presenze prima dell’ estate. In minoranza come sempre le donne, cala anche la presenza degli italiani e delle persone anziane in particolare.
Speculare, ma con le dovute differenze per la tipologia di utenza, la situazione alla San Vincenzo de Paoli. “I dati sono in elaborazione – ha sottolineato il presidente Andrea Gori – ma per il secondo anno consecutivo vediamo una leggera diminuzione in termini numerici a cui però non corrisponde un calo in termine di volume delle richieste. Come a dire che meno persone hanno bisogno di maggiore sostegno” . A chiedere più aiuto sono le famiglie italiane mononucleo, le richieste restano sempre quelle di un contributo economico per affitti e bollette. “L’impressione – conclude Gori – e che chi ha qualche possibilità di uscire dal circolo della povertà prima o poi ci riesce, per gli altri la strada è segnata”.
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