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Autotrasportatore ucciso a coltellate per rapina: vanno a processo i due collaboratori


Harpal Sing, indiano di 59 anni, fu ucciso il 9 febbraio 2024. I suoi aiutanti, entrambi pachistani, si impossessarono di 4mila euro e partirono in treno con l'intenzione di lasciare l'Italia. I carabinieri li rintracciarono nei pressi di Torino con in tasca le banconote intrise di sangue


Nadia Tarantino


Rischiano l’ergastolo i due pakistani di 23 e 31 anni in carcere da un anno per l’omicidio di Harpal Singh, l’autotrasportatore indiano di 59 anni ucciso a coltellate il 9 febbraio dello scorso anno in un parcheggio nella zona industriale di Seano, nel comune di Carmignano. Ucciso per 4mila euro: questa la somma che i carabinieri trovarono addosso ai due in fuga su un treno diretto a Torino da dove avrebbero poi lasciato l’Italia. Gli imputati, difesi dagli avvocati Andrea Parlanti e Ivan Esposito, sono stati rinviati a giudizio per omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Il giudice delle udienze preliminari ha accolto la richiesta dei pubblici ministeri Laura Canovai e Valentina Cosci. Il processo, in Corte d’Assise, si aprirà il 13 maggio.
Harpal Singh viveva a Gonzaga, nel mantovano, con la moglie e i tre figli che oggi si sono costituiti parte civile; era conosciuto nel distretto pratese, soprattutto tra i pronto moda cinesi dove ogni settimana ritirava merce da spedire all’estero. Così anche il 9 febbraio. Alla fine di quella giornata di lavoro, però, prima di ripartire verso casa, l’autotrasportatore andò ad incontrare i suoi due collaboratori pakistani che gli avevano dato appuntamento nel parcheggio. E nel parcheggio, qualche ora più tardi, fu trovato morto. Dalle sue tasche non mancavano solo i soldi ma anche il telefonino grazie al quale i carabinieri intercettarono i due pakistani in fuga. Sul loro conto sono diversi gli elementi che hanno convinto la procura della colpevolezza: i 4mila euro trovati nella loro disponibilità con addirittura banconote intrise di sangue, le immagini delle telecamere di una azienda che si affaccia sul parcheggio che ripresero i minuti dell’aggressione, intercettazioni telefoniche con chiari riferimenti all’omicidio.
Un omicidio, dunque, commesso per appena 4mila euro anche se il figlio della vittima disse che il padre, quella sera, aveva almeno 10mila euro ma il resto dei soldi, se davvero c’era, non è mai stato trovato.
Harpal Singh era molto noto perché a capo del movimento religioso e politico indiano Sikh e perché fondatore del primo tempio Sikh in Italia, quello frequentato da oltre 5mila persone a Novellara, il centro della provincia di Reggio Emilia divenuto tristemente famoso per l’omicidio di Saman, la diciottenne pachistana uccisa dalla famiglia per essersi ribellata ad un matrimonio combinato.

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(N° 4 del 14/02/2009)
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