Ucciso a coltellate per qualche migliaia di euro e un telefono cellulare. A meno di dieci mesi dall’omicidio di Harpal Singh, l’autotrasportare indiano ritrovato senza vita lo scorso 9 febbraio in un parcheggio della zona industriale di Seano, la procura di Prato ha chiuso le indagini. In carcere ci sono due pakistani di 22 e 30 anni, già noti per qualche precedente e collaboratori della vittima che ogni settimana arrivava dalla Lombardia, prelevava merce dai pronto moda cinesi e la trasferiva all’estero. Un lavoro ripetitivo fatto di tappe certe, portato avanti assieme al figlio e ai due aiutanti reclutati sul posto. Anche quel giorno Harpal Singh arrivò a Prato e cominciò il suo giro di raccolta. Secondo la ricostruzione, la vittima in serata si presentò ad un appuntamento che i due pakistani gli avevano dato in un parcheggio in via Torricelli, stesso luogo in cui poco dopo fu trovato senza vita, finito a colpi di lama. Le indagini dei carabinieri, coordinati dai sostituti Laura Canovai e Valentina Cosci, imboccarono subito una direzione precisa grazie alle telecamere di videosorveglianza di una ditta molto vicina al parcheggio, alle dichiarazioni del figlio della vittima e di altri conoscenti. Un particolare emerse immediatamente: l’assenza dei due collaboratori. A portare gli inquirenti dritti ai due pakistani furono i telefonini messi sotto controllo: non solo le conversazioni che facevano riferimento all’omicidio, ma anche il luogo delle celle telefoniche via via agganciate dalle utenze. I collaboratori di Harpal Singh furono intercettati su un treno che viaggiava verso Torino e che fu fatto fermare a qualche decina di chilometri dall’arrivo. L’intenzione, scoprirono poi i carabinieri, era quella di lasciare l’Italia. Nelle tasche dei due furono trovati quattromila euro e il telefonino della vittima. Secondo il figlio, però, l’autotrasportatore quel giorno aveva con sé almeno 10mila euro.
“Ad oggi – si legge in un comunicato del procuratore, Luca Tescaroli – gli indagati non hanno fornito alcuna ricostruzione alternativa dei fatti per come sono stati ricostruiti dalle attività investigative finalizzate a chiarire la dinamica omicidiaria, i ruoli e le responsabilità dei singoli, oltre che il movente e, più in generale, il contesto entro il quale è maturato l’omicidio”. Gli avvisi di conclusione delle indagini sono stati notificati nelle ultime ore. I due sono difesi dagli avvocati Ivan Esposito e Andrea Parlanti.
L’omicidio di Harpal Singh destò grande cordoglio nella comunità indiana che si riunì a Gonzaga, il paese della provincia di Mantova dove la vittima viveva con la moglie e i figli, per l’ultimo saluto. Harpal Singh era molto conosciuto dai suoi connazionali che vivono in Italia in quanto tra i ‘capi’ del movimento religioso e politico dei Sikh.
Autotrasportatore ucciso a coltellate in un parcheggio a Seano, la procura ha chiuso l’inchiesta
In carcere ci sono due collaboratori della vittima, arrestati poche ore dopo l'omicidio mentre cercavano di lasciare l'Italia con i soldi e il telefonino sottratti dopo il fatto
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