Le province toscane hanno registrato il più alto tasso di incremento della spesa per beni durevoli. Nel 2023 la spesa per auto, mobili, elettrodomestici, tecnologia è cresciuta dell’11 per cento rispetto all’anno precedente e contro una media nazionale che non è arrivata al 9 per cento. Prato non fa eccezione: l’aumento c’è ma, a differenza delle altre province, è più contenuto: la crescita si è attestata all’8,6 per cento contro il 13 di Firenze, l’11 di Pisa, Lucca e Pistoia, il 10 di Grosseto, il 9 di Livorno. A dirlo è la trentesima edizione dell’Osservatorio Findomestic realizzato in collaborazione con Prometeia. Con una spesa di 5 miliardi 619milioni di euro, la Toscana ha fatto meglio di tutte le altre regioni. Svetta con oltre un miliardo e mezzo il capoluogo, mentre a Prato si è registrata una spesa di 296 milioni; spesa minore solo a Massa Carrara: 211 milioni.
Una spesa, quella per i beni durevoli, che cresce anche per il fatto che in Toscana il livello del reddito pro capite ha superato, seppure di poco, i 24mila euro, quasi 1.400 in più rispetto al dato nazionale.
A risentire di più della aumentata capacità di spesa è stato il settore della mobilità: +25,5 per cento per le auto nuove e +20 per cento per quelle usate. Per gli elettrodomestici, in Toscana, nel 2023, sono stati spesi 440 milioni, il 4,5 per cento in più in capo a un anno, e per i mobili quasi un miliardo e 300 milioni, circa l’1,5 per cento in più.
Meno soldi sono finiti nella telefonia, nell’information technology e nell’elettronica di consumo: perdite secche tra il 3 e il 28 per cento. (nt)
Riproduzione vietata