E’ ancora aperta e percorribile la strada imboccata dalla Croce d’Oro di Prato per recuperare l’ammanco di circa 100mila euro che, nel 2020, ha portato alla condanna l’ex direttore e due ex necrofori accusati a vario titolo di truffa aggravata e appropriazione indebita. La quarta sezione civile della Corte d’Appello di Firenze ha accolto il ricorso che l’associazione ha presentato contro la sentenza emessa dal tribunale civile di Prato che aveva escluso tale possibilità. L’efficacia di quella sentenza era stata oggetto di sospensiva già lo scorso settembre, e in questi giorni i giudici fiorentini hanno confermato la bocciatura restituendo alla Croce d’Oro la speranza di rientrare in possesso dei soldi. Un successo per l’associazione e per il suo avvocato, Michele Giacco, che non ci hanno pensato due volte a ricorrere contro la sentenza di primo grado, ritenendo che vi fossero tutti gli elementi necessari a trascinare i tre ex dipendenti infedeli anche davanti ai giudici del tribunale civile.
La vicenda comincia sei anni fa, nel 2018, quando la vita della Croce d’Oro viene messa a rischio da una forte sofferenza economica. Emerge l’ammanco: due prelievi dal conto corrente fatti dall’allora direttore falsificando le firme del presidente e del vicepresidente, e le ‘creste’ operate dai necrofori sui servizi funebri attraverso la richiesta di pagamenti in contanti alle famiglie dei defunti. Grandi i sacrifici a cui la Croce d’Oro è costretta per scongiurare la chiusura. Esaurita la parte penale (i tre hanno patteggiato pene comprese tra un anno e un anno e 10 mesi), l’associazione, decisa a riprendersi i suoi soldi, dà mandato all’avvocato Giacco di intentare la causa civile. Il tribunale di Prato respinge la richiesta con una sentenza la cui motivazione viene definita dalla quarta sezione civile di Firenze “totalmente carente e perfino contraddittoria”. L’impugnazione è stata ora confermata e dunque si va avanti.
Ammanco di 100mila euro alla Croce d’Oro, il processo civile ai tre ex dipendenti resta in piedi
La Corte d'appello di Firenze ha definitivamente sospeso l'efficacia della sentenza di primo grado che aveva respinto le richieste dell'associazione di recuperare la somma. La sottrazione di denaro scoperta nel 2018. Condannati l'ex direttore e due ex necrofori
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