Nonostante un’allerta meteo in corso e un’area classificata ad alto rischio idraulico, gli undici animali salvati dalla LAV la scorsa settimana sono stati restituiti al proprietario di via di Bogaia. La zona, tra le più rischiose per gli animali, si trova accanto alla cassa di espansione di Ponte a Tignano, sul torrente Ombrone, particolarmente vulnerabile ad esondazioni. Questa decisione, presa dall’Asl veterinaria di Prato, arriva nonostante le evidenze raccolte dalla Lav. Da oltre un anno infatti, i volontari hanno documentato con interventi, sopralluoghi e relazioni ufficiali le condizioni di pericolo legate a questa situazione. Durante l’alluvione del novembre 2023, ad esempio, numerosi animali, tra cui pecore, cani, agnelli e un pony, sono stati salvati dalla Lav, mentre altri sono tragicamente morti annegati nel fango, rinchiusi in baracche abusive o legati a catene senza alcuna possibilità di fuga. Solo grazie all’intervento tempestivo è stato possibile salvare alcuni sopravvissuti. Il 12 marzo scorso, in condizioni meteorologiche quasi identiche, gli undici animali sono stati nuovamente messi in salvo dalla Lav, con il supporto della Polizia Municipale di Prato, pochi istanti prima che le acque li travolgessero. “Eppure adesso- denunciano- nonostante l’emergenza fosse ancora in corso, le istituzioni hanno scelto di restituire gli animali al medesimo proprietario, ignorando i pericoli documentati legati all’area, la mancanza di strutture adeguate e le precedenti condizioni di detenzione non idonee”.
Cristiano Giannessi, responsabile della Lav di Prato, denuncia il fallimento istituzionale nella protezione degli animali. Per questo motivo, la Lav ha lanciato una petizione chiedendo la revoca del codice stalla all’allevamento di via Bogaia, l’emissione di un’ordinanza di divieto alla detenzione di animali nei confronti del responsabile, la verifica urbanistica delle strutture presenti e la loro eventuale demolizione e un monitoraggio permanente dell’area da parte delle autorità competenti.
La petizione è disponibile al link: https://www.change.org/fermiamoquestaingiustizia
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