C’è chi ha rinnovato i macchinari scegliendo tecnologie più avanzate e chi ha pensato di rendere più efficienti gli impianti già esistenti. In ogni caso l’obiettivo è lo stesso: abbattere i consumi e dunque tagliare la bolletta energetica per rendere più competitiva e più green la produzione. Ecco come le 111 imprese del distretto tessile pratese stanno utilizzando i soldi ottenuti con i primi due bandi finanziati dai 10 milioni di euro erogati dal governo Draghi. Un aiuto importante per imprese energivore che già stanno investendo molto per essere più sostenibili e ridurre i costi della produzione. Entriamo nella Rifinizione Penny di via del Purgatorio che ha 64 anni di storia e 74 dipendenti, importante anello della filiera che si occupa di lana e misto fibre. Ormai i clienti chiedono certificazioni green per venire incontro a consumatori sempre più sensibili sul tema. Una richiesta che si riversa a cascata su tutta la filiera. Chi non si adegua è destinato alla marginalità. Ecco perché anche la Rifinizione Penny da tempo è impegnata nel rendere la produzione meno costosa e inquinante ed ecco perchè ha saputo cogliere al volo l’opportunità offerta dai bandi finanziati con lo stanziamento del governo Draghi. Il loro progetto interviene sul sistema di aspirazione della peluria prodotta dai macchinari, soprattutto quelli a freddo, già esitente: sarà reso più efficiente attraverso un sistema di serrande automatizzate che permetteranno di aprire o chiudere l’aspirazione in base al lavoro che in quel momento è in corso nel macchinario. Ora invece aspira in continuazione a prescindere dalla presenza di peluria o meno e della fase di lavorazione”. In questo modo l’energia viene incanalata solo dove serve riducendo notevolmente i costi. “Il progetto costa 90mila euro coperti per metà dal bando. – spiega Matteo Manera, responsabile certificazioni – Significa recuperare l’investimento in due anni anziché in quattro grazie ai risparmi in bolletta che attualmente si aggira attorno al milione di euro”. Per Niccolò Querci, Piero Donnini e Riccardo Baldini, soci titolari dell’azienda, i 10 milioni del governo sono anche un segno di fiducia verso il futuro aprendo la strada anche alla terza generazione alla guida dell’azienda: “I costi reali fissi sono elevati. – prosegue Manera – Ridurre l’impatto della bolletta energetica e avere delle certificazioni green ci aiuterà a essere più competitivi sui mercati, soprattutto quelli internazionali”.