I posti disponibili sono 586 ma di detenuti ce ne sono un po’ di più: 597. Un dato che, messo a confronto con altre carceri, fa della Dogaia una struttura nella quale il livello di sovraffollamento non è tra i peggiori. Basta considerare che nel carcere di Lucca, a fronte di 41 posti disponibili, i detenuti sono oltre il doppio, 85. E’ questa la foto scattata dall’Associazione Luca Coscioni poco più di un mese fa, il 12 novembre. Tutte le carceri italiane sono state passate in rassegna per misurare l’indice di sovraffollamento, i servizi, la quantità di personale di polizia penitenziaria e amministrativo. Mentre a livello nazionale si contano 62.283 detenuti a fronte di appena 46.687 posti disponibili, nelle 16 strutture toscane i detenuti sono 3.254 sistemati in 2.633 posti. Se anche fossero disponibili i 529 posti attualmente non utilizzabili in Toscana, si arriverebbe ad un totale di 3.162, numero non sufficiente a rispondere al fabbisogno.
E mentre la Dogaia se la cava relativamente alle presenza, non altrettanto si può dire per il resto. Per esempio: i 597 detenuti hanno a disposizione appena 25 docce, il che significa che ciascuna doccia serve qualcosa come 24 persone. Va detto che in qualche altro carcere si sta pure peggio: l’esempio è Siena dove per 73 reclusi c’è una sola doccia, esattamente come a Grosseto dove però i detenuti sono 29. Tornando alla casa circondariale di Prato, le celle disponibili sono 296 e dunque in ciascuno ci sono almeno due detenuti.
Capitolo personale: la pianta organica della polizia penitenziaria prevede per Prato 270 unità ma in servizio ce ne sono solo 247; gli amministrativi dovrebbero essere 35, ma gli effettivi sono solo 28.
Forte la denuncia dell’Associazione Luca Coscioni che nei mesi scorsi aveva diffidato le 102 Asl italiane competenti per la salute nelle 189 carceri italiane ad “adempiere al loro ruolo, previsto per legge, di fornitrici di servizi socio-sanitari e di monitoraggio delle condizioni degli istituti di pena”. “Meno della metà delle aziende sanitarie ha risposto – sottolinea l’associazione – abbiamo quindi deciso di procedere con delle richieste di accesso agli atti per ottenere le relazioni delle visite in carcere e pubblicizzato la possibilità di condividere in modo sicuro e anonimo critiche relative al diritto alla salute in carcere sul sito FreedomLeaks.org.
Le diffide chiedevano il resoconto delle visite, i rilievi fatti, le aree ispezionate all’interno di ciascun carcere, la lista delle istituzioni a cui sono stati inviati i risultati dei controlli ed eventuali risposte ricevute.
Alla Dogaia una doccia ogni 24 detenuti: nel rapporto dell’Associazione Coscioni tutti i numeri dell’emergenza carcere
L'analisi passa in rassegna le 189 carceri italiane e per ciascuna consegna la situazione relativa a sovraffollamento, servizi, personale in servizio
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