Nel carcere di Prato ci sono più detenuti che a Sollicciano, il più grande della Toscana: 576 contro 565. A dirlo è il capitolo dedicato ai 16 istituti penitenziari toscani contenuto nella relazione diffusa in occasione dell’apertura dell’Anno giudiziario. Una popolazione carceraria in costante aumento: in dodici mesi, tra giugno 2023 e giugno 2024, infatti, i detenuti alla Dogaia sono cresciuti di 67 unità, l’incremento più alto dopo quello di Sollicciano che ha registrato 115 nuovi ingressi. A determinare l’aumento sono soprattutto gli stranieri che a Prato, con il 51,3 per cento, rappresentano la maggioranza: 296 contro 280 italiani. Una percentuale che è molto cresciuta se si pensa che nell’anno precedente era al 47. Sono tanti i detenuti stranieri alla Dogaia ma il primato nazionale resta a Sollicciano con il 66 per cento, oltre il doppio della media italiana che è di poco superiore al 31 per cento.
Diverse le criticità a Prato: tra le tante, i 325 detenuti con problemi di dipendenza da stupefacenti e da alcol. “L’altissima percentuale – si legge nella relazione – è espressione di un non adeguato funzionamento dei servizi di recupero e delle misure alternative specifiche per affrontare la dipendenza, anche per la carenza di posti disponibili delle comunità terapeutiche”.
Nel panorama carcerario toscano, la Dogaia spicca per eventi critici: tra giugno 2023 e giugno 2024 sono stati tre i detenuti che si sono suicidati (6 in tutta la regione), mentre i tentativi di suicidio sono stati 21, otto in più dei dodici mesi precedenti; 101 i casi di autolesionismo (numeri più alti solo a Sollicciano e a Pisa), 22 le aggressioni al personale di polizia penitenziaria su 138 distribuiti nelle altre 15 carceri toscane, una evasione durante il permesso premio su un totale di 7 registrate a livello regionale, 94 danneggiamenti (245 a Sollicciano, 123 a Pisa, 74 a Livorno). (nadia tarantino)
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