“Storie di Liberazione. Donne libere, uomini liberi. Nella vita, nel lavoro”, è la mostra fotografica, curata da Riccardo Cammelli, inaugurata stamani 22 aprile, nella sala “Bruno Fattori” della Camera del Lavoro, e che sarà visitabile dal 25 aprile al 2 giugno, mettendo insieme le date di tre momenti fondamentali della storia italiana e del sindacato: il 25 Aprile, la Liberazione, il 1° Maggio, la Festa del lavoro, il 2 Giugno, la Repubblica.
La mostra vuol essere l’omaggio che, nell’80° anniversario della Liberazione, Cgil, Comune e Provincia di Prato, Anpi, Aned, Museo della Deportazione e della Resistenza, hanno voluto dedicare a donne ed uomini che hanno fatto la guerra partigiana, la Resistenza e che poi, per dirla con il segretario generale della Cgil Prato, Lorenzo Pancini, “hanno continuato il loro impegno per la libertà nel sindacato”.
Le otto figure emblematiche sono quelle di Giuseppe Di Vittorio, Teresa Noce, Luciano Lama, Bruno Trentin, Luigi Bonistalli, Carlo Ferri, Bruno Fattori, Fiorenzo Fiondi. Tre segretari sono stati generali nazionali della Cgil (Di Vittorio, Lama, Trentin), una segretaria nazionale (Noce) dei lavoratori tessili (Fiot Cgil), due segretari generali della Camera del Lavoro di Prato (Bonistalli e Fattori), due segretari della Camera del Lavoro di Vaiano (Ferri e Fiondi), questi ultimi anche primo e secondo sindaco del Comune Valbisentino, costituito nel 1949. Spiega il curatore Riccardo Cammelli: “Bonistalli era un vetraio empolese, e rappresenta il contributo esterno portato, anche da tanti altri personaggi, alla formazione della Camera del Lavoro di Prato e dei suoi gruppi dirigenti. Ferri, Fattori e Fiondi sono tutti di Vaiano, il contributo della Vallata al sindacalismo pratese”.
“Abbiamo voluto questa mostra con la Cgil – dice Angela Riviello, segretaria Anpi Prato – perché la Liberazione è un fatto vivo, fatto di storie vive, la Resistenza è storia vera”. Storia vera impersonificata da chi come Fiorello Fabbri l’ha fatta in prima persona: “Sono stato partigiano – racconta – e poi anche sindacalista, nel sindacato dei dipendenti pubblici. Bisogna stare attenti, stiamo rischiando che piano piano vengano meno le libertà conquistate”. La mostra diventerà poi permanente, collocata in uno spazio della Camera del Lavoro, e diffusa nel territorio.
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