Ambientazioni gotiche e misteriose accolgono, nelle sale del Ridotto, il capolavoro di Charlotte Brontë Jane Eyre. Come in un labirinto , il classico della letteratura del diciannovesimo secolo, prende corpo nelle otto stanze del teatro, trasportando i ragazzi delle scuole pratesi alla scoperta della letteratura straniera in modo contemporaneo e immersivo grazie all’avanzata tecnologia del suono. La vicinanza con gli attori e i testi ascoltati nelle cuffie wireless, rappresentano un unicum, un modo per tenere i ragazzi incollati al racconto attraverso musiche coinvolgenti che si alternano alla lettura dei passi più significativi del romanzo. Per il terzo anno consecutivo, la rassegna “Capolavori dietro le quinte” si conferma un successo con oltre 20 spettacoli sold out dedicati agli studenti, il risultato di una collaborazione tra Teatro Politeama e compagnia Tpo. Jane Eyre, che contiene ancora messaggi e lotte profondamente attuali, è un romanzo di formazione dove i sentimenti e la psicologia di tutti i protagonisti si muovono in uno scenario che tocca temi politici profondi. Lotta di classe, ribellione al moralismo religioso, l’indipendenza e l’emancipazione femminile. Il capolavoro, reinterpretato con i linguaggi del teatro contemporaneo e le videoproiezioni, contiene elementi di mistero, follia ed esotismo tipico di un’impero coloniale e porta lo spettatore ad attraversare -spostandosi di stanza in stanza- molti degli spazi dietro le quinte, dando la sensazione di muoversi nel labirinto emotivo dei protagonisti del romanzo. L’autrice lo pubblicò con uno pseudonimo maschile, quando per una giovane donna desiderare il riscatto di sè stessa attraverso il lavoro era un desiderio proibito.
“Uno spettacolo realizzato in maniera originale- commenta la direttrice del Politeama Beatrice Magnolfi– abbiamo ricostruito le pagine più importanti di questo romanzo di formazione vittoriano ancora profondamente attuale utilizzando nuove strumentazioni digitali. Ci sono tanti elementi che a mio parere fanno riflettere i giovania partire dal modello educativo degli orfanotrofi inglesi dell’Ottocento molto diversi da quello attuale. Con questi lavori siamo a fianco degli insegnanti nel tentativo di riempire i vuoti anche delle confdizioni giovanili e nell’accompagnarli verso la conoscenza e lo sviluppo delle emozioni. Questo lavoro, grazie a tecnologie all’avanguardia, ci riesce. Ci auguriamo che i ragazzi, vivendo lo spettacolo in modo non passivo, possano apprezzare la bellezza del teatro e tornare in sala sempre più appassionati”
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