Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci presenta la prima retrospettiva italiana di Alfredo Volpi: oltre 70 opere che testimoniano i momenti salienti della carriera dell’artista, dalle prime tempere degli anni Quaranta fino alle opere più note degli anni Settanta. “Alfredo Volpi: Lucca-São Paulo, 1896-1988”, ricostruisce la lunga e prolifica produzione del pittore modernista brasiliano, nato a Lucca nel 1896, presentando una vasta selezione del suo repertorio pittorico insieme a una serie di documenti che ne attestano il percorso artistico e il ruolo centrale avuto nell’arte brasiliana del Novecento.
“La mostra di Alfredo Volpi avvia il nuovo ciclo del Centro Pecci, con un Consiglio di Amministrazione rinnovato, – spiega Lorenzo Bini Smaghi, presidente della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana – che intende proseguire l’azione di rilancio del Museo per farlo diventare vero protagonista dell’arte contemporanea in Italia” .
Curata da Cristiano Raimondi con l’assistenza di Daniel Donato Ribeiro, viene inaugurata nel 150° anniversario dall’inizio dell’Immigrazione italiana in Brasile, nella stessa regione in cui Alfredo Volpi era nato e che era stato costretto a lasciare. Nel 1898 emigrò con la famiglia dalla Toscana a São Paulo. Nello stesso periodo, tra Otto e Novecento, quasi tre milioni di immigrati italiani arrivarono in Brasile. Negli anni Dieci Volpi iniziò a lavorare come pittore decorativo per commissioni private, occupazione che manterrà sino alla metà degli anni Trenta. Contemporaneamente, cominciò a dipingere da autodidatta le sue prime tele a olio, attività che proseguirà fino alla fine della sua carriera a metà degli anni Ottanta. I suoi primi dipinti en plein- air mostrano già un’attenta osservazione della vita quotidiana nelle periferie di São Paulo, continua fonte di ispirazione per la loro cultura popolare, i paesaggi naturali e le vedute urbane.
A partire dagli anni Quaranta, iniziò a sperimentare la tecnica della tempera, rendendo sempre più il movimento della pennellata un elemento visibile e costitutivo del dipinto. Il suo trattamento della superficie piana diventò più strutturato: i volumi si appiattirono, il colore steso in strati sottili e trasparenti assunse valore assoluto.
“Per la prima personale in Italia di un grandissimo artista brasiliano come Alfredo Volpi, nato però a Lucca,- commenta Stefano Collicelli Cagol, Direttore del Centro per l’arte contemporanea – non poteva esserci contesto più appropriato che il Centro Pecci, la casa della ricerca artistica contemporanea della Toscana. Til 2024 vedrà il paesaggio e il territorio di questa regione protagonisti della programmazione del Centro Pecci, in un rinnovato impegno dell’istituzione nel suo ruolo di sostegno e promozione dei linguaggi contemporanei.”
Promossa e organizzata da Fondazione per le arti contemporanee in Toscana – Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, istituzione fondata da Comune di Prato e sostenuta dalla Regione Toscana, la mostra è sostenuta da Ambasciata del Brasile, 150° Immigrazione italiana in Brasile, Istituto Alfredo Volpi de Arte Moderna, Almeida & Dale e Finarte