E’ stata inaugurata, al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, la prima mostra istituzionale che ricompone la storia dimenticata delle artiste e degli artisti italiani colpiti dalla crisi dell’Hiv-Aids. La mostra, che ricostruisce la storia dal 1982 al 1996, è curata da Michele Bertolino e resterà visitabile fino a maggio 2026. Obiettivo smontare lo stigma e la disinformazione intorno all’Aids, ricordando celebri artisti che non ci sono più attraverso opere d’arte, poesie, paesaggi sonori, video e memorie personali dalla prima segnalazione conclamata di Aids in italia fino all’arrivo delle terapie antiretrovirali. Non una semplice mostra ma un vero e proprio lavoro portato avanti da un comitato scientifico composto da curatori, archivisti ed impegnate a leggere la crisi Hiv secondo l’attualità. Esperienze di vita, il coinvolgimento emotivo, l’incertezza e la paura ma anche l’attivismo politico e il dolore trasformato attraverso l’arte. La mostra, dal titolo “Vivono”, vuole dare uno sguardo a quel periodo storico italiano come un momento generativo nel quale l’amore è diventato spazio di azione politica nel quale si sono formate alleanze generazionali intrecciando sentimenti di cura e sostegno. L’intervista al curatore Michele Bertolino
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