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Al Centro Pecci le fotografie di Hujar e le signorine di Manzelli in mostra fino a primavera


Gli staordinari scatti del fotografo statunitense e i dipinti dell'artista originaria di Ravenna resteranno visibili al pubblico fino al prossimo 11 maggio


Samuela Pagliara
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La mostra dell’artista statunitense Hujar è composta da 59 scatti, molti dei quali realizzati durante i numerosi viaggi in Italia. Una visione inaspettata del nostro Pesere che in quegli anni stava attraversando profonde trasformazioni, dal secondo dopoguerra al boom economico. Ritratti diretti ed enigmatici di persone, animali, performer e nudi maschili in stretta sintornia con la scena che caratterizzava L’Est Village di NewYork negli anni 70. Estremamente emozionanti, sebbene prive di eccessi, le fotografie di Hujar sono sempre incantevoli e ricche di bellezza non convenzionale. L’esposizione mette per la prima volta in relazione le sperimentazioni con la fotografia perseguite da Hujar con quella dei suoi soggetti, creatori di nuove possibilità espressive e formali nelle arti del teatro e della danza. Sottolinea, inoltre, l’importanza avuta dai soggiorni in Italia nell’investigare i soggetti in movimento e la relazione tra morte e vita.

Signorine, di Margherita Manzelli, riunisce invece una selezione di dipinti realizzati dagli anni 90 ad oggi, insieme ad una serie di disegni e un nucleo di opere realizzate appositamente per la mostra, una delle quali trova ispirazione nella Cattedrale Santo Stefano. Il titolo è un riferimento alle figure femminili che da sempre popolano le sue opere. Indipendenti, fiere, senza tempo, androgine, le signorine di Manzelli si prendono la scena e decidono loro modalità e forme di rappresentazione, sfidando convenzioni ataviche e rivendicando la propria indipendenza da legami famigliari. Con pervicacia, Manzelli ne ha sondato le tensioni psicologiche, mostrandone fragilità e resistenza. Ipervigili ed esangui, nude o seminude, sembrano pronte per la dissezione o la sfida delle convenzioni; trattenute dalla sottile barriera della loro stessa pelle e con uno sguardo che tracima e che trafigge chi le guarda, queste donne ribaltano gli assiomi della rappresentazione del corpo femminile nella storia dell’arte, pensata per l’occhio maschile. Per il Direttore del Centro Pecci Stefano Collicelli Cagol : “Peter Hujar e  Margherita Manzelli coronano un anno intenso di mostre dedicate al tema della Toscana al Centro, interpretando il ruolo chiave che il Centro Pecci ha rispetto al contesto regionale di supporto e promozione dell’arte contemporanea e confermando il profilo nazionale e internazionale dell’istituzione- aggiunge il direttore- Grazie alla collaborazione con l’Art Institute di Chicago e la curatrice Grace Deveney, la mostra di Peter Hujar restituisce al pubblico del Centro Pecci la complessità di un grande fotografo e artista che ha raccontato la comunità creativa underground new yorkese degli anni Sessanta e Settanta e ha attraversato la Toscana e l’Italia. La mostra di Margherita Manzelli continua la serie di affondi sull’arte italiana presentando un’artista mid-career che si è imposta all’attenzione internazionale dagli anni Novanta grazie alla sua pittura iconica e le figure femminili che indagano la complessità del corpo umano. “

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