Abusi edilizi sulla proprietà della parrocchia che si attiva per sistemare le cose ma che alla fine è costretta ad affidarsi agli avvocati. La parrocchia è quella di San Martino a Vergaio e la faccenda riguarda un fabbricato con relativo appezzamento di terreno in via Trebbi alla Bardena. Diversi gli abusi edilizi per i quali il Comune di Prato ha ordinato la demolizione che però è stata eseguita solo in parte. La vicenda comincia nel 2015 quando la parrocchia di San Martino firma un preliminare di vendita con una donna che, in attesa di definire l’operazione, prende possesso della proprietà. Mentre il rogito non viene firmato e dunque la cessione non si realizza mai, si realizzano invece gli abusi edilizi. Nel 2022, in seguito ad un sopralluogo della polizia municipale, il Comune notifica una ingiunzione di demolizione sia alla donna che alla proprietà. La parrocchia si attiva immediatamente per rientrare in possesso dei suoi beni e porta a conclusione l’iter di sfratto in modo da dare corso all’ingiunzione del Comune. La questione arriva al Tar: la parrocchia, tramite gli avvocati Bardazzi e Manganiello, chiede che venga sospesa l’efficacia di acquisizione gratuita vantata dal Comune in forza delle opere abusive non demolite. Un passaggio, quello dell’acquisizione gratuita, che prevede il cambio di proprietà d’ufficio a zero euro. I giudici amministrativi riconoscono la completa estraneità della parrocchia alla realizzazione degli abusi edilizi e l’impegno a rientrare nella piena disponibilità del fabbricato e del terreno. L’udienza sarà celebrata il 29 gennaio: parrocchia, inquilino e Comune (avvocati Elena Bartalesi, Paola Tognini e Stefania Logli) dovranno rappresentare le proprie ragioni e poi sarà il Tar a decidere che fine faranno, e soprattutto a chi andranno, il fabbricato e il terreno. Decideranno cioè se la parrocchia continuerà ad essere proprietaria o se il Comune si prenderà tutto. (nt)
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