La birra artigianale prodotta a Prato diventa di filiera corta: nei terreni dell’istituto di agraria Datini si coltiverà il luppolo, il primo raccolto previsto per il 2025. Il protocollo d’intesa è stato firmato fra la scuola, il comune, il Pin, la Rete di imprese Luppolo made in Italy, Birrificio i Due Mastri, Azienda agricola Tra Bosco e Stelle –
“Con questo progetto – ha sottolineato la dirigente scolastica Francesca Zannoni – diamo ai ragazzi dell’agraria la possibilità di approfondire le conoscenze su una coltivazione particolare, dall’altra a quella dell’alberghiero di avvicinarsi al mondo della birra di qualità”. Il terreni messo a disposizione, il progetto nasce all’interno di Prato Circular City, è di cento metri e adibito su due filari che arriveranno a pieno regime a far produrre 200 ettolitri di birra. “C’è soddisfazione nel vedere la realizzazione di un luppoleto sul territorio pratese- ha sottolineato l’assessore alle sviluppo economico Benedetta Squittieri – che potrebbe segnare un passaggio epocale per l’economia agricola locale. Questo avviene grazie alla sinergia instaurata tra i diversi attori in qualità di produttori, trasformatori e formatori”.
Una sperimentazione che durerà tre anni e che vede come partner il Pin che utilizzerà il progetto anche per altri obiettivi “ Oltre a quello dedicato alla birra – ha spiegato Leonardo Borsacchi ricercatore del laboratorio Arco – c’è anche l’aspetto legato al tessile con la possibilità di creare coloranti naturali e quello della produzione di energia tramite biomasse”.
Fondamentale la collaborazione della Rete di imprese del Luppolo che mette a disposizione le conoscenze e le piante di luppolo. “Con questo progetto – ha spiegato Stefano Fancelli – vogliamo da una parte incrementare la produzione della birra artigianale di alta qualità, dall’altra anche favorire una promozione del territorio legata al turismo enogastronomico”.
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