Nuovo percorso museale all’interno di Palazzo Pretorio, inaugurata lo spazio “Prato prima di Prato”, centoventisei reperti che raccontano la storia del territorio dal Paleolitico fino all’età romana. Un progetto che nasce nel 2014, oggi diventato una realtà grazie anche ad un allestimento innovativo, che oltre alle teche prevede anche la proiezione di un documentario sullo sviluppo storico dell’area.
“Un sogno che si avvera – ha spiegato la direttrice del museo Palazzo Pretorio Rita Iacopino– un tassello che si aggiunge al percorso e racconta da dove veniamo. A giugno inaugureremo anche un’altra sezione dedicata al Risorgimento, in modo da chiudere il percorso”. Realizzato in stretta collaborazione con la Soprintendenza, è stato collocato all’ingresso del percorso e racchiude gli oggetti legati alla quotidianità dal vasellame del Paleolitico alle monete romane, collocati in ordine cronologico con un allestimento particolare.
“Il filo conduttore – ha sottolineato Massimo Tarantini responsabile Soprintendenza archeologica per Prato – sono il paesaggio e la collocazione geografica del territorio, che vengono raccontati attraverso cinque momenti: Paleolitico, Neolitico, Età del bronzo, etruschi e romani. Gli oggetti provengono da scavi preventivi e dai gruppi archeologici. Il prossimo obiettivo sarà quello di organizzare dei focus specifici su alcuni oggetti, come ad esempio il vasellame nero e rosso”.
I reperti archeologici esposti. Numerosi strumenti litici da Galceti sono testimonianza del più antico popolamento nel Paleolitico. Una grande macina con il suo macinello documenta l’affermazione di un’economia produttiva nel Neolitico. Nello stesso periodo si afferma anche una circolazione di materie prime e prodotti finiti su lunga distanza, evidenziata da ossidiana sarda o delle Lipari, pietra verde alpina e ceramiche decorate con stili dell’Italia meridionale o settentrionale. L’affermazione di un grande insediamento nell’età del Bronzo in località Gonfienti riflette un’importante crescita demografica e significative trasformazioni sociali. I reperti rinvenuti attestano attività legate al consumo e alla conservazione dei cibi: tazze, scodelle spesso decorate con prese o anse particolari, attingitoi, olle e grandi contenitori da derrate. L’attività di filatura e tessitura è attestata da fuseruole e pesi da telaio. In osso sono numerosi punteruoli e punte di freccia, in arenaria macine e macinelli per la produzione di farine; in ciottoli di fiume, asce e accette. Dai contesti domestici dell’abitato etrusco di Gonfienti messi in luce proviene vasellame in ceramica da mensa, da dispensa e da cucina, in bucchero, in impasto, in ceramica depurata e dipinta e di importazione e utensili in ferro (una chiave e un candelabro). La presenza romana nel territorio pratese è legata alla viabilità e allo sfruttamento agricolo del suolo. Dal complesso edilizio in località Gonfienti e dalla struttura produttiva individuata in via Bresci, in prossimità della via consolare Cassia-Clodia, provengono frammenti di vasellame in ceramica sigillata africana e italica, lucerne, aghi crinali in osso e un gruzzolo di monete riconducibili a tutta l’età romana, dalla tarda età repubblicana a quella tardo imperiale