Sono passati ottant’anni ma dimenticare è impossibile. Figline, questa sera venerdì 6 settembre, ha ricordato con una marcia della pace il sacrificio dei 29 martiri che persero la vita all’alba della liberazione. Il corteo, lungo e silenzioso, è partito da via 7 marzo per poi raggiungere la piazza principale. Donne, uomini e bambini hanno assistito commossi alla deposizione della corona al monumento ai caduti, a pochi passi da dove vennero impiccati i martiri; l’ultima barbarie, l’ultimo sacrificio prima della libertà. Alla manifestazione erano presenti le più alte cariche locali a partire dalla sindaca di Prato Ilaria Bugetti, la Prefetta La Iacona, il presidente della Provincia Simone Calamai e tutti i sindaci e le rappresentanze dei comuni della Provincia accompagnati dalle autorità civili, militari e dalle associazioni. Alla cerimonia ha preso parte anche il Procuratore generale militare della Corte d’appello di Roma, Marco De Paolis, uno dei primi a celebrare i processi per le stragi di civili e a studiare i fascicoli contenuti nell'”armadio della vergogna”. In una piazza colma di persone, sono state condannate le ingiustizie del periodo storico italiano più buio. Un impegno che deve necessariamente proseguire nel presente affinché la storia non si ripeta. La sindaca di Prato Ilaria Bugetti, per la prima volta in veste di prima cittadina a Figline, ha ribadito l’importanza di essere presenti in un luogo simbolo del sacrificio dei partigiani per garantire, a noi tutti, libertà: “Qui bisogna entrare in punta di piedi, con orgoglio e gratitudine. La fascia che indosso è frutto anche di quella lotta e mi commuove e rende orgogliosa del ruolo che ricopro -ha detto Bugetti- La memoria va difesa quotidianamente, necessario difendere i valori della democrazia che devono essere condivisi da tutte le forze politiche indipendentemente dal colore. Il vento alimentato dai nostalgici- conclude la sindaca- soffia fortissimo, si annida nelle istituzioni, ma il fascismo non era solo nel sangue versato ma anche negli atteggiamenti che non scadono”.
Dal palco, la presidente dell’Anpi di Prato Angela Riviello, ha sottolineato l’importanza di difendere quanto guadagnato con l’immenso sacrificio dei partigiani: “Questa piazza non è stanca di essere qui, il dolore in va in prescrizione. Gli anniversari tondi segnano la linea del tempo e ci invitano a fare dei bilanci di quello che è stato il tempo trascorso e quello futuro. Siamo in quel presente che riallaccia il nodo e stringe la mano al passato per andare verso il futuro- conclude Riviello- Prato dimostra questa sera di non aver dimenticato ma occorre restare vigili davanti al pericolo di revisionismo. Rimestare insinuare dubbi è voglia di protagonismo e non di verità perché per quello basta studiare”. La parola è poi passata al Procuratore De Paolis che, in un discorso carico di commozione, ha detto: “Questo è un luogo di umanità, quell’umanità che altri uomini non hanno saputo e voluto riconoscere in chi avevano davanti. Da qui dobbiamo proseguire costruendo un futuro lontano da quel disvalore di morte e oppressione – ha aggiunto De Paolis- Non è stato il caso a provocare eventi come quelli, erano persone ordinarie a creare disumanizzazione. Necessario, adesso, difendere i giovani dalle insidie di certe ideologie anche attraverso l’informazione e la comunicazione”.