Un altro Ferragosto all’insegna della visita nelle carceri per le associazioni, i movimenti, gli avvocati e gli esponenti politici che si occupano di detenuti e personale in servizio. Una visita nel segno di un’emergenza – quella dei suicidi – che rischia di diventare una condizione ordinaria. Proprio ieri, “durante le passerelle di Ferragosto – come scrive Uilpa Polizia penitenziaria in un durissimo comunicato – i suicidi, dall’inizio dell’anno, sono arrivati a 66 dopo che a togliersi la vita è stato un tunisino di 36 anni che nel 2025 avrebbe finito di scontare la sua pena”.
Sessantasei suicidi tra i detenuti – quattro dei quali a Prato – e sette tra gli agenti. “Numeri drammatici – il commento di Lorenzo Tinagli, presidente del Consiglio comunale di Prato che ieri, come già fatto più volte nei passati 15 agosto, ha fatto tappa alla Dogaia – numeri che sono altissimi e che, per quanto riguarda Prato, rappresentano una incidenza decisamente significativa”.
Assieme a Tinagli, nelle sezioni di alta e media sicurezza che sono state oggetto della visita, esponenti della Camera penale, istituzionali, il consigliere regionale Marco Martini e la consigliera comunale Martina Cacciato del Pd, il portavoce regionale del partito, Diego Blasi, Matteo Giusti e Barbara Soldi dei Radicali Italiani, la garante dei detenuti del Comune di Prato . “Il problema – il commento di Blasi – non sono solo le temperature eccessive in cui i detenuti sono costretti a vivere e il personale a lavorare. I problemi sono anche il sovraffollamento cronico, la presenza di cimici e blatte, la carenza di mediatori culturali per gestire l’elevato numero di stranieri, la mancanza di funzionari che incide sul coordinamento del personale”.
Problemi vecchi di anni per non dire decenni. Problemi che hanno attraversato i vari Governi che si sono succeduti. Storia passata. Adesso c’è un presente che potrebbe segnare un nuovo record di suicidi dopo gli 85 nel 2022 e tocca al Governo Meloni dare risposte: “Abbiamo sollecitato il ministro Nordio con una lettera inviata nelle settimane scorse – dice Lorenzo Tinagli – nei momenti in cui scrivevamo a Prato i suicidi erano 2, oggi siamo al doppio e questo vuol dire che le cose peggiorano”.
Ad oggi sono 576 i detenuti rinchiusi alla Dogaia su una disponibilità di 580 posti, ma il sovraffollamento esiste ugualmente: nella sezione media sicurezza – come accertato dai Radicali – i detenuti sono una settantina in più della capienza regolamentare.
Un tema spinoso che nessuno mai ha affrontato davvero: carceri fatiscenti, strutture inadeguate, carenza di personale, servizi ridotti sono il frutto di anni passati a parlare, molto spesso a litigare, senza mai una posizione politica forte. Contrapposizioni. “Di fronte allo scenario desolante – ancora il portavoce del Pd toscano – le dichiarazioni dell’onorevole Erica Mazzetti di Forza Italia, che ha descritto il carcere della Dogaia come ‘tenuto bene’, rappresentano ancora di più in modo drammatico la cecità di una politica che, anziché affrontare con serietà i problemi, si limita a rilasciare dichiarazioni superficiali”. Va detto che ai commenti dell’onorevole Mazzetti, resi pubblici dopo una visita e un incontro con i vertici del carcere pratese, in tanti hanno risposto con toni molto critici: dagli avvocati alle associazioni ai rappresentanti della politica. Mazzetti ha tirato dritto per la sua strada, ma la sua resta una voce fuori dal coro.
“Ci aspettiamo interventi dal Governo – le parole di Tinagli – vanno tutelati i diritti dei detenuti e quelli degli operatori in servizio, come dice la nostra Costituzione. La situazione nelle carceri italiane è grave e serve agire”. Il Pd va avanti: “Continueremo a batterci affinché la dignità umana e i diritti fondamentali siano rispettati anche in carcere”.
Alla ripresa dei lavori del Consiglio comunale, dopo la pausa estiva, sarà messa in agenda una seduta straordinaria per parlare di carcere. Di carceri. Per allora dovrebbe essere arrivata anche la risposta del ministro della Giustizia a cui la sindaca, Ilaria Bugetti, ha rappresentato la difficilissima situazione della Dogaia.
Situazione resa ancora più difficile dalla carenza di lavoro e formazione all’interno dell’istituto, il che significa non avere occasioni di occupazione per i detenuti, da condizioni igienico e sanitarie critiche, dalla mancanza di risorse con cui fronteggiare i problemi strutturali. “La visita – si legge in una nota firmata da Matteo Giusti dei Radicali – si è conclusa con la promessa di aprire un tavolo tra la direzione del carcere e le istituzioni con il supporto degli attivisti, per una nuova stagione di cooperazione finalizzate a migliorare le condizioni di vivibilità”. (nt)
A Ferragosto la visita di Pd, Radicali e avvocati al carcere della Dogaia: “Troppi problemi, il Governo agisca a tutela della dignità umana”
Tappa nelle sezioni di alta e media sicurezza. Caldo soffocante, cimici, blatte: condizioni difficili che richiedono interventi rapidi. Solidarietà non solo ai detenuti ma anche al personale in servizio. La proposta: "Aprire un tavolo di confronto per migliorare la vita nell'istituto"
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