Categorie
Edizioni locali

A 15 anni dall’incidente stradale la giustizia non ha ancora fatto il suo corso: Appello bis per l’imputato


L'uomo, accusato di omicidio colposo per la morte del pedone che investì, fu assolto in primo grado e condannato in secondo. Ora la Cassazione ha deciso che la vicenda deve tornare in aula


Nadia Tarantino


A quindici anni di distanza dall’incidente stradale nel quale rimase coinvolto, è ancora in attesa di conoscere il proprio destino giudiziario. Una vicenda che si perde negli anni, scandita da tre sentenze, l’ultima delle quali, due giorni fa, pronunciata dalla Cassazione che ha ordinato un secondo processo di Appello. Una carrellata di date cardine prima di raccontare la storia: nel 2009 l’incidente, nel 2010 la morte del pedone investito, nel 2017 il processo di primo grado, nel 2023 quello di secondo grado, nel 2024 il terzo grado e nel 2025, salvo slittamenti, l’Appello bis. L’imputato, difeso dall’avvocato Stefano Belli, è un pratese; per lui l’accusa è omicidio colposo perché all’epoca dei fatti il reato di omicidio stradale non esisteva ancora.
I fatti. Nell’estate del 2009, l’uomo investe con la propria auto un pedone. L’incidente avviene a Montemurlo. La vittima – un anziano – viene soccorsa e portata in ospedale dove resta ricoverata 30 giorni. Sedici mesi dopo, a fine 2010, l’anziano muore. La procura di Prato apre un’inchiesta e il magistrato titolare del fascicolo dà mandato ad un anatomopatologo di accertare le cause del decesso; l’esito accenna a patologie pregresse ma parla anche di un nesso causale tra l’incidente di quasi un anno e mezzo prima e la morte. Il risultato è l’iscrizione del conducente della macchina sul registro delle notizie di reato. Passano sette anni prima che il procedimento approdi in tribunale: nel 2017 il processo si conclude con l’assoluzione. L’accusa impugna la sentenza e sei anni dopo, a ottobre 2023, il fatto finisce ai giudici di Appello che ribaltano la decisione di primo grado e condannano l’automobilista a sei mesi di reclusione (pena sospesa) e alla sospensione della patente di guida per altrettanti. Più che i sei mesi di reclusione, è la sanzione relativa alla patente ad allarmare l’imputato la cui moglie, nel frattempo, si è ammalata e ha bisogno di essere accompagnata per sbrigare qualsiasi faccenda. Ecco che l’avvocato decide di ricorrere al terzo grado di giudizio basandosi sul fatto che nel 2018 è entrata in vigore una norma che prevede, in caso di sentenze ribaltate, la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale, vale a dire un processo celebrato daccapo. I giudici della Corte Suprema stabiliscono che il difensore ha ragione e annullano con rinvio la sentenza di secondo grado, il che significa un Appello bis che sarà celebrato risentendo i testimoni.
“Sono contento per il nuovo processo indipendentemente da quale sarà l’esito – il commento dell’avvocato Belli – il mio assistito deve essere giudicato in base a ciò che prevede il Codice. Una domanda, però, non riesco a non farla: quale è l’esigenza di punibilità che la società avverte come insopprimibile tanto da giudicare una persona a 15 anni di distanza, tanto più che le parti civili trovano in sede civile il luogo nel quale discutere i termini del risarcimento”? (nt)

Edizioni locali: Prato

CONSIGLIATI

logo_footer_notiziediprato
logo_footer_notiziediprato

Notizie di Prato

è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
Iscrizione al Roc n° 20.901

Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

Notizie di Prato

è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
Iscrizione al Roc n° 20.901

Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)
©2024 Notizie di Prato - Tutti i diritti riservati
Powered by Rubidia