La Pentarif srl, una delle tre aziende che fa capo alla famiglia Cangioli, investe in efficientamento energetico dal 2012 e ha un team di 5 persone dedicato alla riduzione degli impatti ambientali. Anche in questo caso la finalità è duplice: tagliare sui costi e avere certificazioni green. E’ qui, nello stabilimento in via del Bisenzio a San Martino attiguo al lanificio e alla tessitura, che ad esempio troviamo la prima ramosa del distretto pratese con recupero termico. Da oltre dieci anni un terzo dell’energia necessaria arriva dall’impianto fotovoltaico. La restante fetta viene comprata ma deve essere tassativamente prodotta da fonti rinnovabili certificabili. Inoltre con una serie di innovazioni e accorgimenti l’uso dell’acqua è stato ridotto del 40% e quello del gas del 25%. E’ in questo contesto già molto improntato alla sostenibilità che si sono inseriti i 10 milioni di euro concessi dal governo Draghi al distretto tessile: “Si sono incastrati perfettamente con la strategia aziendale”, spiega Marco Zapponi, capo ingegnere della Pentarif che dà lavoro a 85 persone che si aggiungono alle 60 del lanificio e a una quindicina della tessitura.
L’azienda ha partecipato al primo bando con un progetto da 300mila euro, ottenendone 120. “E’ incentrato sulla cogenerazione in modo da avere un uso più efficiente del gas nella produzione di acqua calda e di energia elettrica. – spiega Zapponi – Una volta pronto con 100 unità in ingresso ne otteniamo 38 di elettricità e 45 di energia termica con 17 di dispersione. Con una produzione separata invece abbiamo bisogno di 150 unità di gas per avere le stesse quantità di energia con perdite ben maggiori che si aggirano attorno a 65. La problematica di questo tipo di impianto è cercare di disaccoppiare il carico elettrico da quello termico usando un serbatoio per lo stoccaggio termico”. Si calcola una riduzione dei consumi in bolletta di 100mila euro all’anno pari a 100 tonnellate equivalenti di petrolio. Stiamo parlando di una bolletta gas piuttosto salata. L’anno scorso ad esempio si aggirava attorno al milione e 600mila euro. Nel 2022, annus horribilis per i costi energetici, è arrivata anche a 2,5 milioni di euro. “Siamo riusciti a mettere un freno ai rincari grazie agli investimenti fatti in sostenibilità. Solo così nel periodo più difficile per i costi energetici siamo stati più efficienti e abbiamo mantenuto un minimo di vantaggio competitivo”. Per questa realtà, che ha alle spalle oltre un secolo di storia e produce abbigliamento e anche tessile per l’arredamento, i dieci milioni del governo Draghi sono importanti perchè sostengono le imprese che continuano a investire e a crederci, “ma anche perchè – conclude Zapponi – riconoscono il distretto pratese come un’entità distinta e la sua natura energivora”.