I nostri ragazzi e dintorni
La rubrica "I nostri ragazzi e dintorni" è tenuta da Teresa Zucchi, che tratterà di tematiche inerenti il delicato periodo dell'adolescenza e della gioventù. Dai disturbi dell'alimentazione ai rapporti genitori-figli, dalla sfera affettiva alla scuola: questi alcuni dei campi che verranno via via esplorati. La rubrica è anche aperta ai contributi dei lettori che potranno interagire con la dottoressa Zucchi scrivendo alla mail zucchiteresa@gmail.com
Le variazioni socio-culturali e l'avvento del digitale hanno mutato la struttura e il funzionamento cerebrale dei ragazzi di oggi ed è fondamentale che padri e madri abbiano gli strumenti adatti ad affrontare il cambiamento. Un corso per fornire alle famiglie le "istruzioni d'uso".
L'alienazione dei no, l'avere tutto, subito e a portata di mano, disabituano alla ricerca lunga e paziente di se stessi, di obiettivi, di un più alto significato di vita.
Evitiamo di spianare loro la strada ricercando soluzioni facili e meno impegnative. La vita non protegge, la vita non fa sconti. Noi genitori non dobbiamo cadere nella tentazione di cedere, di lasciare andare, facendo involontariamente precipitare i nostri ragazzi nell’abisso del disorientamento e dell’incertezza.
Non c'è cosa peggiore che trovarsi prigionieri del sogno di un altro: genitori ed educatori devono imparare a bandire pessimismo, critiche distruttive e mortificazioni per dare fiducia ai ragazzi e alle loro aspettative.
Adesso è allora il tempo di fare silenzio, di mettere a tacere istigatori di morte per dare voce a istigatori di vita: adulti presenti, coraggiosamente fiduciosi e incoraggianti. Imprenditori dell'umano disposti a investire tempo ed energie sulle nuove generazioni.
In Giappone il fenomeno degli "hikikomori" è conosciuto da tempo ma adesso sta affacciandosi anche da noi: la loro non è pigrizia, ma disperata ricerca di uno sguardo adulto capace di guidare, di indicare una direzione.
L'importanza per la crescita di quel prezioso sguardo di affetto e vicinanza che significa "non approvo ma io ci sono con te, ci sono per te". Solo così è possibile aprire la strada all'autocontrollo, all'autoregolazione e alla ricettività. Si è allora pronti per ascoltare e apprendere tutte le lezioni che vorremo impartire.
La nuova moda del momento fa discutere: risveglia i giovani dal torpore dell'assenza di obiettivi per introdurli in un mondo dove stupore, scoperta e avventura sono ancora possibili. Alla realtà virtuale deve essere contrapposto, però, il fascino di quella concreta.
Scoppi d'ira immotivati, cali nel rendimento scolastico, il rifugio nel virtuale: purtroppo sono tutti segnali facilmente confondibili con i cambiamenti adolescenziali; ecco perché non è facile accorgersene anche per il genitore più attento.
Far crescere implica lasciare faticosamente, dolorosamente, coraggiosamente al figlio questa responsabilità, mettendosi da parte ma rimanendo un passo indietro per essere comunque pronti a raccoglierlo sempre, evitando atteggiamenti punitivi o rivendicativi e trattenendo quel fastidioso: "te lo avevo detto".
Eroi nell'infanzia, rivali con cui contendere per la percezione di sè nell'adolescenza, approdi rintracciabili in età adulta, quando ogni esigenza dimostrativa si acquieta e prevale l'esigenza del ritorno al "casa", del ritorno alle origini.
Il virtuale diventa il rifugio di tanti adolescenti ma anche la finestra per aprirsi e sbirciare sul mondo. Questo spaventa molti genitori che devono imparare a rappresentare un punto di riferimento e una certezza per i figli.
Imparate a combattere il vittimismo che ci inchioda alla più immobile impotenza per ribadire che vale la pena affrontare sconfitte e trasformarle in vittorie senza cadere nell'illusione dei mille magari: gli speciali auguri per il 2016 a tutti i giovani pratesi dalla psichiatra Teresa Zucchi.
I tanti esempi raccolti nel libro “Siamo più forti di tutto” dell’associazione Nicco Fans Club, dove Carlotta Pugi ci racconta dei tanti piccoli e grandi eroi che quotidianamente, in silenzio, combattono le loro battaglie sfidando dolore e sofferenza.
La visita di Papa Francesco ci ricorda quanto è importante la figura paterna: qualcuno che ci aiuti a tagliare il cordone ombelicale con questa società "grande madre" pronta al soddisfacimento immediato di ogni indotta esigenza.
Nostro malgrado, i nostri ragazzi non sono costituzionalmente, biologicamente, già adulti e capaci di provvedere a loro stessi. La tentazione di arrendersi, di abdicare la nostra funzione educativa, dietro al pretesto "dell'ormai sono grandi", è feroce e stringente ma non dobbiamo cedere.
Non sempre si avanza insistendo, talvolta si evolve lasciando, paradossalmente, andare. Apprendere e trasmettere ai nostri ragazzi i criteri per un corretto uso del desistere e dell'insistere permette di fornire loro un prezioso equipaggiamento per proseguire il viaggio.
E' una prerogativa squisitamente umana quella di poter decidere come stare di fronte alla propria esistenza, agli altri e perfino a noi stessi: di prendere in mano il timone della vita e di scegliere verso quale direzione, (verso quali priorità) orientarsi.
Ai genitori spetta elaborare il lutto di una modalità relazionale che finisce, accettando il dolore che talvolta questo brusco allontanamento produce. Sapendo però che rimarremo il loro “porto”: tenendo con coraggio una posizione da adulti, segnalando con chiarezza i confini, indicando con chiarezza i nostri valori.
Ha combattuto per anni la battaglia contro l'anoressia; adesso è venuta a cercarmi proprio qui per mostrare a me e ai degenti le sue vittorie: salute e un bimbo con due grandi occhi azzurri spalancati sul mondo. Porta la vita dopo aver sfiorato la morte.
Casualità o tentativi estremi di "far pace" con i nostri modelli originali dell'affettività? I protagonisti della nuova storia sono catturati in un incanto dove, come incastro tra due pezzi di puzzle, ognuno offre all'altro parti necessarie per il proprio completamento.
È calato il sipario quando lei stessa ha cominciato ad usare il suo corpo per ottenere affetto e attenzione: nessuno l’aveva avvertita che quando la persona è usata o si fa usare ne esce svilita, oltraggiata, dilaniata.
Si può farlo per scelta, per calcolo, per amore o per errore. Ma sempre si realizza il miracolo di aprirsi alla dimensione del dono, all’offerta di noi stesse e del nostro tempo in modo gratuito, disinteressato.
E' tempo di lasciarlo andare da solo: l'abbiamo avuto dalla vita e alla vita va reso. Però è indispensabile rimanere presenti, non cedere il passo. Qui è tempo di restare “sul pezzo” per ribadire che “non tutto è possibile, non tutto è permesso”.
Gli adulti ci chiamano "gli sdraiati" e intanto vanno di corsa senza dirci dove e neppure il perché. Eppure avremo bisogno che si fermassero un attimo, che ci rassicurassero dicendo che va tutto bene, che ci facessero sentire il loro sostegno, il loro incoraggiamento.
Gli atteggiamenti adottati non sono provocazioni rivolte ai familiari ma espressione di un dramma interiore, occorre avere la forza di mettere da parte timori, paure, preoccupazioni, necessità di repentine risoluzioni.
Il problema dell'obesità nei giovani deve essere curato nell'anima prima che nel fisico. Non sigilliamo la questione con giudizi schiaccianti e colpevolizzanti. Dietro l'insuccesso può nascondersi una spietata richiesta verso se stessi, uno spietato perfezionismo.
Gli speciali auguri di Pasqua a tutti i giovani pratesi della nostra esperta Teresa Zucchi: "Noi adulti, allenatori con tanti limiti e con tante omissioni, stiamo tifando per voi".
Il ruolo insostituibile della famiglia nella crescita dei nostri figli: non possiamo delegare solo alla scuola la funzione educativa. Se i ragazzi fanno fatica a capire cosa sia il rispetto, la condivisione e la tolleranza è perché non ne hanno mai fatto esperienza partire dl nucleo familiare.
I nostri ragazzi cercano una connessione che, eludendo il contatto e lo sguardo dell'altro, li rende prigionieri di un mondo ormai avulso da interazioni.
C’e urgente bisogno di adulti coerenti, credibili, capaci di accendere ancora sogni e desideri, di “portare il fuoco”: non importa essere perfetti perchè non potremo esserlo
Troppo spesso gli adulti hanno evitato di assumersi quello che è il loro vero ruolo nei confronti delle nuove generazioni. Con questo articolo inizia la collaborazione di Teresa Zucchi, psichiatra e psicoterapeuta, con Notizie di Prato.
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