Sottopasso via Ciulli
Nel sottopasso di via Ciulli, la notte tra il 4 e il 5 ottobre del 2010 morirono annegate tre donne cinesi, finite con la loro auto nel sottopasso completamente allagato a causa dell'esondazione del Vella. Da allora, parallelamente all'inchiesta giudiziaria per trovare le responsabilità, è nata un polemica sulla chiusura del sottopasso. Chiusura che però potrebbe essere definitiva dopo la decisione della procura di sottoporre l'opera a sequestro preventivo proprio a causa della sua poca sicurezza.
Il reato era già prescritto ma i giudici hanno voluto ugualmente entrare nel merito riconoscendo l'innocenza dell'ex dirigente del Comune, assistito dall'avvocato Olivia Nati, e condannato in primo grado. Assolto anche il direttore dei lavori del sottopasso.
Il reato di omicidio plurimo colposo è prescritto ma la difesa insiste sulla tesi della prima ora: nessuna responsabilità doveva essere addebitata all'ex dirigente del servizio Mobilità del Comune di Prato. Il 6 aprile la questione sarà approfondita con la presenza in aula del segretario comunale che dovrà illustrare le competenze dei vari settori all'epoca dei fatti
Il 5 ottobre 2010 la tragedia che costò la vita a due sorelle e alla figlia di una di loro, rimaste imprigionate nel'infrastruttura allagata dall'esondazione del torrente Vella. La sentenza arriverà a marzo del prossimo anno e riguarderà l'ex dirigente del Comune di Prato, Lorenzo Frasconi, e il direttore dei lavori del sottopasso, Stefano Caldini
Il giudice ha accolto l'istanza del Comune di Prato sulla base della grande vasca d'espansione che sarà realizzata al Santo Stefano e che metterà in sicurezza idraulica tutta la zona. Biffoni: "Con perseveranza e ostinata caparbietà siamo passati dalle parole ai fatti"
E' il quarto tentativo per riaprire l'infrastruttura chiusa dall'ottobre 2010 quando ci morirono tre donne annegate. La novità è rappresentata dalla cassa d'espansione da 25mila metri cubi che l'Asl Toscana centro sta realizzando nella vicina area ospedaliera.
In 72 pagine le motivazioni che hanno portato alla condanna del direttore dei lavori del sottopasso e dell'ex dirigente del servizio Mobilità del Comune di Prato. La notte del 5 ottobre 2010 nel sottopasso allagato morirono tre donne. “Frasconi e Caldini erano certamente a conoscenza dello stato dei luoghi in cui doveva realizzarsi ed era stata realizzata l'infrastruttura"
Il giudice ha accolto quasi in toto le richieste dell'accusa riconoscendo colpevoli l'ex dirigente del Comune e il direttore dei lavori. Assolti gli altri due imputati Gensini e Berti. Il sottopasso resta sequestrato fino a sentenza definitiva
Ultime battute per il processo sulla tragedia dell'ottobre 2010. L'avvocato Olivia Nati chiede l'assoluzione per l'ex dirigente del Comune ma la procura ribadisce: "C'è la sua firma sul documento di collaudo".
Respinta la terza richiesta di dissequestro presentata dal Comune. Per avere il via libera è ritenuta necessaria la realizzazione della cassa di espansione del Vella.
Prima di attuare il progetto di messa in sicurezza, il primo cittadino vuole certezze sulla riapertura dell'infrastruttura sotto sequestro dal 2010. Il legale del Comune ha ricordato il precedente di Napoli
Chiuso dall'ottobre 2010 dopo la morte di tre donne e ancora sequestrato dalla magistratura. I cittadini di Narnali e Viaccia sono stufi: "Basta un piccolo incidente per mandare in tilt il traffico in tutta la zona". La raccolta di firme promossa da Scelta Civica
La requisitoria del sostituto Lorenzo Gestri che ha chiesto due anni di reclusione per l'ex dirigente del servizio Mobilità del Comune di Prato e per il direttore dei lavori del sottopasso. Richiesta di assoluzione invece per il direttore generale di Asm Sandro Gensini e per il dipendente di Ferrovie dello Stato Paolo Berti.
Lo scorso 25 maggio i giudici hanno rigettato l’istanza di dissequestro. Ora l'amministrazione riprova nuovamente a far riaprire la struttura dove nell'ottobre 2010 morirono tre donne.
Si è concluso il dibattimento del processo per la morte di tre donne cinesi nel sottopasso allagato, la notte del 5 ottobre 2010. Quattro gli imputati, accusati di omicidio colposo plurimo. Oggi è stato il giorno del consulente della difesa di Lorenzo Frasconi, all'epoca dirigente del Servizio mobilità del Comune di Prato
Rigettata l'istanza con la quale il Comune chiedeva la riapertura dell'opera sulla fiducia, ovvero solo affidandosi alla descrizione degli interventi che, peraltro, garantiscono un tempo di ritorno di appena 20 anni
Depositata nei giorni scorsi l'istanza di restituzione. Sarà il tribunale, sentito anche il parere della procura, a decidere. L'amministrazione ha presentato il progetto di messa in sicurezza che va ad aggiungersi agli interventi già effettuati ma ritenuti non sufficienti a scongiurare il rischio allagamento. Nel sottopasso, il 5 ottobre 2010, annegarono tre donne
Nei giorni scorsi la procura ha acquisito in Comune la documentazione relativa all'istanza di "declassificazione" del Vella da corso d'acqua a fogna. E proprio la classificazione è stata al centro di diverse udienze per determinare responsabilità e modalità di gestione. Quattro gli imputati per la morte di tre donne cinesi, a ottobre 2010, nel sottopasso allagato
Nuova udienza del processo per la morte delle tre donne cinesi nel sottopasso allagato, a ottobre del 2010. Quattro gli imputati. L'accusa omicidio colposo plurimo. Stamani sentiti i testimoni citati dalla difesa dell'allora dirigente del Servizio mobilità del Comune
Nuova udienza del processo per la morte delle tre donne cinesi la notte del 5 ottobre 2010. Quattro gli imputati per omicidio colposo plurimo. Centrale, oggi, la questione della classificazione del Vella: torrente o fogna. Nonostante le ripetute richieste del Comune alle autorità, il Vella è sempre stato un torrente e tale è rimasto.
Pubblico ministero, difensori degli imputati e parti civili hanno dato il consenso all'utilizzo degli atti dell'istruttoria fatta dal giudice Magi che ha poi lasciato il posto al collega D'Addario. Saranno riascoltati soltanto i periti e i consulenti di parte. Quattro i tecnici sul banco degli imputati per la morte di tre donne nel sottopasso allagato
Riprende domani il processo per la tragedia dell'ottobre 2010 che costò la vita a tre donne rimaste intrappolate con la loro auto nel sottopasso allagato. E' cambiato il giudice e il processo potrebbe ripartire da zero. Quattro gli imputati. La difesa del direttore generale di Asm darà il consenso per far proseguire il dibattimento
A poche battute dalla sentenza il processo ricomincia daccapo. Il giudice Magi, indagata per falso ideologico in atto pubblico, ha nominato difensore di fiducia l'avvocato che assiste una delle persone finita sul banco degli imputati per via Ciulli. Il nuovo processo sarà presieduto dal giudice D'Addario
Magi e Fanales sono accusati di falso ideologico in atto pubblico. Gli atti sono stati trasferiti a Genova. Magi ha come avvocato Cini che è anche nella difesa del processo per le 3 cinesi morte in via Ciulli, affidato alla stessa Magi. C'è quindi incompatibilità
Dopo la bocciatura del primo intervento il Comune ha scelto l'ingegnere Renzo Bessi, consulente tecnico del giudice che si occupa del processo penale per la morte delle tre donne cinesi annegate nel sottopasso nell'ottobre del 2010. Da allora l'infrastruttura è sotto sequestro
Chiuso da quasi cinque anni, l'infrastruttura potrebbe tornare praticabile grazie ad un progetto a cui stanno lavorando gli uffici comunali con la collaborazione di consulenti esterni. Le opere di messa in sicurezza realizzate in passato non hanno superato l'esame del tribunale
Respinta la richiesta di dissequestro presentata dal Comune che ora vuole impugnare il provvedimento. Secondo il giudice, il sottopasso deve essere considerato abusivo a tutti gli effetti, non essendo mai stata presentata al genio Civile una richiesta di autorizzazione.
La giunta comunale ha dato incarico all'avvocato Manuele Ciappi di predisporre e depositare l'istanza di dissequestro con tanto di perizie e relazioni sui lavori di messa in sicurezza effettuati dalla precedente amministrazione. Nella notte tra giovedì e venerdì, il violento nubifragio ha riempito l'infrastruttura di alcuni centimetri d'acqua ma i sistemi di allarme sono entrati in fuzione
E' accaduto ieri sera come denuncia Pasquale Petrella di Scelta per Prato: "La sirena d'allarme è rimasta a lungo in funzione disturbando il quartiere. Comunque, visto che i sistemi di sicurezza sono funzionanti, cosa si aspetta a fare i necessari collaudi e a riaprire quel sottopasso?".
Dovranno rispondere di omicidio colposo. Davanti al giudice compariranno Lorenzo Frasconi del Comune di Prato, Stefano Caldini (direttore dei lavori del sottopasso), Paolo Berti (Trenitalia) e Sandro Gensini (Asm)
La procura ritiene che in caso di esondazione del Vella si rischi un nuovo tragico allagamento. La decisione potrebbe portare alla chiusura definitiva. Il Comune aveva annunciato l'imminente riapertura
Accolta la richiesta del legale di Lorenzo Frasconi di rivedere il capo di imputazione. Già fissate altre due udienze. I quattro indagati devono rispondere dell'accusa di omicidio colposo per la morte delle tre donne cinesi annegate nel sottopasso invaso dall'acqua
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