Trenta per cento in più di incidenti sulle strade pratesi, Declassata tra i tratti peggiori d'Italia
Consueto bilancio di fine anno dell'Aci. Nel 2021 i sinistri sono stati 900, i morti 9 e i feriti più di mille. Tutti gli incidenti mortali sono avvenuti sulle strade urbane che si rivelano meno sicure di quelle extraurbane: "Viabilità talmente congestionata che le auto sono praticamente ferme, la velocità media di percorrenza è inferiore a 10 chilometri orari"
Nove morti e 1.101 feriti nei 900 incidenti stradali avvenuti nella provincia di Prato nel 2021. La fotografia scattata dall'Aci porta in primo piano l'aumento, rispetto all'anno precedente, di tutti gli indicatori: 30 per cento in più di incidenti, 30 per cento in più di morti (da 6 a 9), 219 feriti in più. Un bilancio, quello reso noto oggi, martedì 6 dicembre, in linea con il trend nazionale e con il ritorno alla normalità dopo l'emergenza Covid. “Il ripristino dell'ordinarietà – le parole del presidente Federico Mazzoni – fa riemergere tutte le magagne della rete stradale, le stesse da 30 se non 40 anni. La situazione generale continua a peggiorare, c'è poco da fare”.
La croce dei pratesi si chiama Declassata: è uno dei tratti stradali peggiori d'Italia per numero di incidenti. Dati alla mano, nei quasi 24 chilometri che attraversano le province di Firenze, Prato e Pistoia, si contano 122 incidenti, più o meno 5 per chilometro. Ma mentre nei poco meno di tre chilometri di strada fiorentina gli incidenti sono 21, con una incidenza di 7 per chilometro, negli stessi tre chilometri pratesi il numero sale a 27 con una incidenza di quasi 10. Prendendo l'intero tratto pratese, circa 9 chilometri e mezzo, si arriva a 57 incidenti, 6 per chilometro. Tanti incidenti lungo la Declassata, ma nessuno mortale e con un numero ridotto di feriti (situazione che si riscontra in generale anche in altre aree). “Facile, le auto sono quasi ferme tanto è denso il traffico – la spiegazione del presidente Mazzoni – il volume di veicoli è talmente alto da ridurre in modo drastico la velocità”.
Puntando l'attenzione sugli incidenti mortali, Prato è penultima nella classifica regionale con 9 vittime in tutto lo scorso anno: 6 a Prato, una a Carmignano, una a Vernio e una a Cantagallo. Scendendo nel dettaglio: 8 morti sulle strade urbane, un morto su strada extraurbana; due morti in auto, 3 in bicicletta, 4 a piedi.
L'Aci ha messo sotto accusa la gestione della mobilità a Prato. Una notizia, per la verità, non nuova. “Altro che zona 30, magari potessimo avere nei fatti zone 30 – ancora Mazzoni – la velocità di percorrenza media in città è inferiore a 10 chilometri orari. L'amministrazione dovrebbe intervenire in modo deciso per fluidificare il traffico: in questa città le macchine sono ferme, il traffico è bloccato”.
Strade congestionate a causa dei restringimenti che hanno impattato tantissimo sulla viabilità. “Si dovrebbe riflettere sul fatto che le strade urbane, in questa città, sono più a rischio di quelle ad alto scorrimento – il commento del direttore, Claudio Bigiarini – lo stato del traffico è tale da rendere difficile il verificarsi di un sinistro a velocità elevate”.
A incidere pesantemente sulla dinamica degli incidenti sono i 'cattivi comportamenti' non soltanto di chi è al volante ma anche dei pedoni che, molte volte, hanno una corresponsabilità in ciò che accade: distrazioni dovute al telefonino, mancato rispetto della segnaletica, sistemi di sicurezza e riconoscibilità non adeguati e scarsa attenzione agli altri utenti della strada, sono tra le principali cause di sinistro. Tra i numeri che saltano agli occhi scorrendo il bilancio, per esempio, c'è quello degli incidenti nel quale sono rimasti coinvolti i monopattini: 27 in tutto il 2021 per un totale di 26 feriti. “E' un mezzo che dovrebbe essere utilizzato solo per gli ultimi tratti di spostamento e invece – spiega Bigiarini – viene usato in sostituzione di bici e motorini: il diametro delle ruote è così piccolo che la sicurezza sarebbe garantita solo se le strade avessero il fondo di un biliardo”.
L'Aci tuona contro la tanto acclamata 'mobilità alternativa': “Siamo ormai una città di serie B – le parole di Mazzoni – il trasporto pubblico è insufficiente, inefficiente e senza un programma futuro di sviluppo: parlare del resto è come parlare del nulla. In più, è arrivato il momento di pensare davvero ad un governo della mobilità e della viabilità che vada oltre i confini comunali”. L'ente è promotore da tempo di analisi a livello comprensoriale: “Serve un'autorità di bacino per governare un fenomeno che non può essere ristretto entro certi limiti territoriali – conclude Bigiarini – la soluzione passa anche da qui”.
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