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Tamponi privati a pagamento a Prato, insorge il mondo politico cittadino


Da lunedì una struttura privata li mette a disposizione al costo di circa 100 euro. Il consigliere regionale del Pd Nicola Ciolini e il collega comunale Marco Biagioni, chiedono l'immediato intervento della Regione. Dal centrodestra. invece, via libera all'iniziativa


Redazione


Fa discutere l'iniziativa di una struttura privata che da lunedì prossimo 6 aprile, farà tamponi a pagamento, attorno ai 100 euro l'uno. La legge della domanda e dell'offerta nel bel mezzo di un'emergenza sanitaria ha suscitato molte reazioni sdegnate soprattutto negli ambienti politici del centrosinistra.
Il consigliere comunale Marco Biagioni chiede l'immediato intervento della Regione: "Rischia di passare il messaggio, ancora una volta, che chi ha le possibilità economiche può accedere facilmente a un diritto che dovrebbe essere di tutti, mentre ci sono famiglie che non hanno soldi neanche per comprarsi da mangiare o cittadini per i quali 100 euro fanno la differenza in un periodo come questo. Sia il pubblico a regolare e indicare ai privati le modalità di accesso a questo servizio. Per esempio questo strumento potrebbe essere utile per far pagare tampone per i lavoratori da parte delle aziende ancora in attività, ma di certo non al singolo cittadino che ne ha le possibilità. Perché allo stato attuale abbiamo un pubblico che giustamente, a causa del limite degli strumenti che ha, seleziona chi può fare il tampone sulla base delle necessità di individui e categorie, mentre un privato che seleziona sulla base delle possibilità economiche delle singole persone. In un momento come questo, sul tema della sanità, il libero mercato non è accettabile". 
Chiederà già oggi una pronta attivazione al Consiglio regionale per garantire parità di accesso, il consigliere del Pd Nicola Ciolini che su Facebook scrive: "Credo che in questo momento non ci debbano essere differenze fra chi può e non può pagare. Se ci sono strutture, e ben vengano, in grado di effettuare i tamponi, allora che lo facciano in convenzione con l'Asl. Quindi a carico totale della Regione. O in alternativa in un qualsiasi altro modo che però garantisca la completa parità d'accesso al servizio a tutti i cittadini".
Condanna totale da parte della Sinistra italiana. "E' necessario attenersi alle disposizioni della Regione e non attivare iniziative di analisi a pagamento che oltre ad essere offensive per il costo, non servono a supportare il sistema sanitario pubblico in questa difficile e complessa emergenza. In una fase di emergenza come quella in cui ci troviamo riteniamo necessario che tutte le risorse vadano indirizzate a favore del servizio sanitario pubblico e utilizzate sulla base delle priorità e delle necessità definite ed individuate dalla asl di competenza e dalla Regione. Anche requisendo le strutture private laddove necessario".

Di speculazione parla Diego Blasi di Futura: "Anche solo leggere una cosa del genere, in questo momento, fa venire i brividi. Riteniamo che la sanità privata debba mettersi al servizio del paese, evitando di speculare su una tragedia che sta piegando migliaia di cittadini. La sanità pubblica, purtroppo, non riesce a fare fronte a una necessità sempre maggiore di fare tamponi – continua Blasi- L'idea che basti pagare 100 euro per avere invece questa possibilità è sconcertante. Passa un messaggio totalmente sbagliato: se le tue condizioni economiche te lo permettono puoi fare accertamenti, altrimenti no. È un messaggio negativo, soprattutto per un paese come il nostro che ha fatto della sanità pubblica un diritto universale. Lo è ancora di più in un momento come questo, dove anche nella nostra città l'emergenza inizia a farsi sentire. Chiediamo un intervento immediato della Regione – conclude l'associazione – Non è possibile tollerare simili situazioni".

Anche la consigliera regionale del Pd Ilaria Bugetti ha chiesto chiarimenti alla Giunta toscana: "In un momento del genere, dopo l’acquisto programmato da parte della Regione di centinaia di migliaia di tamponi e stick autorizzati, crediamo sia prioritario intercettare chi ha veramente bisogno di tamponi e test e consentire solo in seconda battuta a chi può permetterselo di fare il test in autonomia. Il mondo sanitario convenzionato è utile se è a supporto del pubblico e non se si sostituisce ad esso. Penso che in questo momento si debba dare un’accelerata agli screening pubblici – aggiunge Bugetti –. Il sistema pubblico deve essere messo in condizione, e ce lo chiedono i medici stessi, di poter controllare i propri pazienti, perché sono i medici del servizio sanitario nazionale che hanno il polso della situazione e delle priorità. Andando in ordine di priorità, facendo sì che siano coperte prima le necessità del sistema pubblico e fidandosi di esso, si ottiene un’azione più efficace".

Nel pomeriggio tutti i consiglieri comunali di maggioranza hanno redatto un documento comune in cui chiedono alla Regione che gli istituti privati siano convenzionati per i tamponi. “Non è accettabile che fino a ora si sia detto che non c'era la possibilità di fare tamponi, mentre scopriamo adesso che alcuni istituti privati li propongono a pagamento. Stiamo combattendo un virus sconosciuto ed è fondamentale che sia il pubblico a coordinare e guidare tutti i processi, compresa la diffusione di tamponi.Non è tollerabile che si facciano test di oltre 100 euro per chi se lo può permettere, mentre vi è una parte della popolazione che non ha i soldi nemmeno per garantirsi i beni di prima necessità – si legge nella nota – È l’Asl che deve organizzarsi per garantire i bisogni attraverso le esigenze delle aziende ospedaliere e dei medici di famiglia, ed è la Regione che deve stabilire una regolamentazione per dare a tutti la medesime opportunità in ambito sanitario e sociale. Chiediamo al presidente Rossi che la Regione si impegni a fornire un numero adeguato di tamponi per il nostro territorio e laddove il pubblico non riesca a coprire il bisogno, coordinare quei privati che dimostrano di poter offrire il medesimo servizio, evitando che si possano creare disparità in un periodo dove è necessario dare sostegno soprattutto alle fasce più a rischio e più fragili della popolazione”.

Tutto questo avviene in un contesto particolare in cui l'Asl ha difficoltà a far partire le unità speciali per i tamponi a domicilio su indicazione dei medici di medicina generale per il forfait dato da alcuni medici e per un problema di copertura assicurativa dello stesso personale medico (LEGGI). 
Un limbo in cui il privato può giocare al meglio la sua partita, legittima in mancanza di regolamentazione.

Al coro di contrari si unisce anche Rifondazione comunista: "La speculazione della sanità privata sulla salute dei cittadini con il tampone a pagamento per il coronavirus non è accettabile – si legge in una nota -. Il principio per cui hai i soldi ti curi se non li hai puoi anche morire è aberrante sempre ma soprattutto in questo momento di gravissima crisi sanitaria. Chiediamo che il prefetto di Prato ed il ministro della salute Roberto Speranza intervengano per fermare questo businness". 

Il Partito Comunista chiede l'intervento del sindaco Biffoni quale massima autorità di salute pubblica del territorio: "Eserciti la requisizione per pubblica utilità delle strutture mediche private nel quadro dell' emergenza sanitaria Covid 19 in corso. I tamponi e le strumentazioni devono essere requisiti e consegnati all'ospedale Santo Stefano. A supporto delle nostre rischieste esistono gli articoli della Costituzione, in particolare citiamo gli articoli 41, 42 e 43. Segnaliamo inoltre che il Comune di Prato possiede già un ufficio competente nei casi di requisizioni o esproprio, Ufficio atti immobiliari e espropri".
Di tenore opposto, invece i commenti che arrivano dal centrodestra. "Invece che invocare il socialismo reale, proponendo la chiusura dei laboratori, si ringrazino i privati e si dica chiaramente che la responsabilità dei ritardi nei tamponi è della Regione e si pretenda che attivi convenzione con i privati!" afferma Daniele Spada, dell'omonima lista. "La questione dei tamponi a pagamento, unita a quella, drammatica, della Rsa a Comeana con 28 nuovi contagiati nella giornata di ieri – prosegue -, ha mostrato il peggio della sinistra. Perchè i tamponi ci sono. E' l'incapacità organizzativa, la burocrazia imperante che impediscono che vengano fatti in maniera più massiccia. E' la Regione la responsabile di questa situazione incresciosa".

Stesso tenore nelle dichiarazioni di che Chiara La Porta, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia: "Al posto di insorgere contro gli istituti privati che si sono attivati per effettuare  tamponi a pagamento – dice – il Pd si dovrebbe mobilitare a livello regionale per far si che un servizio del genere diventi convenzionato con le Asl. Se non vogliamo continuare a vivere nel mondo dei sogni in cui, purtroppo, vive la sinistra dobbiamo infatti avere l’onestà di ammettere come questi tipi di istituti erogano già, durante tutto l’anno, prestazioni e servizi che il sistema sanitario pubblico non riesce a garantire, o quantomeno non riesce a garantire in tempi accettabili". 
Tra le voci contrarie anche quella di Potere al Popolo: "Riteniamo scandaloso che la Regione permetta a privati di chiedere 100 euro per un tampone. Siamo per un servizio pubblico sempre, figuriamoci in una situazione di questo tipo, e vediamo i risultati di una gestione sempre più privatistica della sanità. La sanità deve essere pubblica e gratuita sempre. Per combattere la pandemia è necessario fare i tamponi e che questi vengano forniti dall'istituzione pubblica a tutti i sospetti infetti, senza spese".  
 
E.B.
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