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Taglieggiavano i cinesi con controlli che non potevano nemmeno fare: arrestati quattro parà


I militari sono in forza alla caserma Marini di Pistoia e sono impegnati nell'operazione "Strade sicure". Tutti già sospesi dal servizio


Redazione


Senza poterlo fare, organizzavano controlli su strada per intascare soldi dai cinesi. E' l'accusa che la procura muove nei confronti di quattro militari dell'Esercito in forza alla caserma Marini di Pistoia 183° Reggimento paracadutisti Nembo e destinati al servizio di vigilanza a Prato nell'ambito dell'operazione 'Strade sicure'. Indagati per concussione, tutti e quattro sono finiti agli arresti domiciliari dopo che il giudice per le indagini preliminari Francesco Pallini ha accolto la richiesta di misura cautelare firmata dal sostituto Lorenzo Gestri. Si tratta di tre soldati di 34, 24 e 21 anni, Alessandro Ranieri Fazzi, Dimitri Dallai e Mattia Carrabs, i primi due residenti a Prato e l'altro in provincia di Pisa, e di Emanuele Corrado Pepe, caporal maggiore di 44 anni, residente a Pistoia. Immediata la sospensione dal servizio e la ferma condanna dell'Esercito.
E' stata la Squadra mobile diretta da Gianluca Aurilia a indagare. Tre mesi di pedinamenti e controlli, da maggio a luglio scorso, hanno fatto emergere l'attività della pattuglia composta dai quattro militari che, fuori dalla loro competenza – non è previsto che si occupino dei controlli su strada – e fuori dal percorso di vigilanza assegnato – il Macrolotto 1 – fermavano – raccontano gli inquirenti – i furgoni condotti da cinesi, controllavano documenti e si facevano consegnare soldi prospettando, al contrario, maximulte o denunce. Piccole cifre, tra cinquanta e cento euro e in un caso addirittura solo dieci euro: questo, stando all'accusa, avrebbero intascato in ciascuno degli otto casi contestati. L'inchiesta, ancora aperta, potrebbe far emergere un quadro più esteso quanto al numero delle presunte concussioni mentre al momento sarebbe escluso il coinvolgimento di altri parà. A mettere in moto il lavoro della procura sono stati due italiani che hanno riportato alla polizia le confidenze ricevute dai cinesi circa il pagamento di somme in contanti ai militari dell'Esercito per evitare conseguenze più pesanti per le violazioni commesse. Le conferme delle vittime hanno fatto il resto. “Con la collaborazione dei cittadini – il commento del procuratore Giuseppe Nicolosi – certi episodi possono essere efficacemente contrastati”.
Ma a contrastare l'azione della pattuglia ci hanno pensato anche i cinesi e lo hanno fatto autonomamente facendo girare nelle loro chat messaggi sulla posizione dei militari in questa o in quella strada del Macrolotto 1, così da evitare i controlli. Controlli che i militari non potevano fare avendo solo un compito di vigilanza del territorio lungo un percorso prestabilito. Evidentemente, ad un certo punto, deve essere maturata la percezione che quello che stavano facendo gli uomini dell'Esercito non era del tutto regolare.
L'inchiesta parla di un abuso del ruolo e del potere e di un'attività completamente al di fuori del progetto 'Strade sicure' che non prevede l'intervento, e per di più autonomo, dei soldati che, invece, devono essere accompagnati dalle forze di polizia. “Il pattugliamento militare – ha detto il sostituto Lorenzo Gestri – è un presidio a integrazione dei controlli demandati alle forze dell'ordine”. Di più: il progetto 'Strade sicure' consiste attualmente solo in servizi di vigilanza degli obiettivi sensibili e sotto la direzione della questura.
L'attività 'parallela' dei quattro indagati, come hanno spiegato gli investigatori, avrebbe consentito di racimolare qualche soldo. In una occasione, i militari si sarebbero accontentati di dieci euro perché il cinese fermato non aveva con sé i cinquanta euro chiesti per non andare incontro ad una multa di cinquecento perché trasportava merce senza bolla di accompagnamento.
Nelle prossime ore sono previsti gli interrogatori di garanzia.
Sdegno e condanna sono i sentimenti espressi dall'Esercito: “Il personale coinvolto si è macchiato, laddove le attività di indagine lo confermassero, di un comportamento inqualificabile per uomini e donne che indossano l'uniforme. Tali isolati avvenimenti violano l'etica militare e non rispettano i principi e i valori su cui si fonda la nostra storica istituzione e il suo personale che, invece, con profonda onestà, professionalità e spirito di sacrificio, quotidianamente svolge il proprio dovere anche a rischio della propria vita”.
 
nadia tarantino
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Notizie di Prato

è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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