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Sotto Prato un enorme lago, grande quasi quanto il Bilancino


Gli esperti passano sotto la lente d'ingrandimento i 50 milioni di metri cubi della falda pratese. E' inquinata e non ha un andamento regolare. Il suo utilizzo potrebbe comportare problemi agli edifici. Conoscerne i movimenti sarà utile per capire come trasformarla da problema in risorsa


Redazione


Cinquanta milioni di metri cubi di acqua sotto Prato, a pochi, pochissimi metri dalla superficie. E' l'ormai famosa falda cittadina che negli ultimi anni, causa aumento delle piogge e chiusura di tante aziende del distretto, è cresciuta e risalita a dismisura tanto da sfiorare la portata della diga di Bilancino che conta 58 milioni di metri cubi d'acqua. Al momento un problema serio per garage, scantinati e opere per le quali sia necessario scavare, come ad esempio il futuro interramento della Declassata al Soccorso. Dei 50 milioni di mc di acqua solo la metà viene utilizzata attraverso 2423 pozzi di derivazione tra uso industriale, domestico e potabile. Rimane un giacimento enorme, che in alcune zone di Prato è a arrivato a 3-4 metri dal piano di campagna, come Fontanelle e Iolo o addirittura a 2 come via Braga a Tavola. I possibili utilizzi della falda sono stati al centro della seduta di stamani della Commissione consiliare 4 Territorio e Ambiente. L'obiettivo del Comune è trasformare il problema in risorsa. Come è presto per dirlo. L'idea è di puntare sul riutilizzo energetico e su quello ambientale, due aspetti che insieme possono attrarre risorse.. Il Comune ha appoggiato lo studio del Cnr con cui l'ente partecipa al bando regionale di ricerca sullo sfruttamento energetico dell'acqua, insieme a H2E, Fondazione Prato ricerche, Progetto acqua e Publiacqua. «Il Comune ha un ruolo più politico che tecnico sulla questione falda – ha detto l'assessore Alessio Alessi – Per questo attendiamo lo studio sulla falda pratese e il sistema delle gore. L'obiettivo è ottenere fondi per la ricerca di un modello di utilizzo di questa ricchezza e intendiamo valutare attentamente ogni possibilità».
Il geologo della Provincia di Prato Vito Marcello Boscaino, ha presentato gli studi e i monitoraggi  realizzati con l'Autorità di Bacino del Fiume Arno e Publiacqua. Le analisi chimiche e le indagini effettuate hanno evidenziato che si tratta di acque inquinate e che l'andamento della falda non è comunque costante, ma legato anche agli eventi atmosferici: durante gli anni di siccità cioè, come il 2012, il livello delle acque è molto diminuito ed è sceso più in profondità, nonostante che il prelievo per uso industriale sia praticamente dimezzato. A questo, come ha evidenziato il geologo Boscaino,  si aggiunge il fatto che è necessario valutare da dove eventualmente pompare l'acqua e come reagirebbe il substrato di terreno, in quanto potrebbero verificarsi depressioni o movimenti che potrebbero arrecare seri danni agli immobili soprastanti. "E' necessario un intervento di coordinamento pubblico di area metropolitana con l'obiettivo di mantenere in equilibrio il livello della falda e trovare le migliori soluzioni di utilizzo – ha aggiunto il presidente Carlesi – Pomparla dal sottosuolo per evitare allagamenti ed immetterla nell'acquedotto comporta un doppio costo per l'aspirazione e per l'aumento dei metri cubi da depurare». 

 

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è una testata registrata presso il Tribunale di Prato
(N° 4 del 14/02/2009)
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Direttore responsabile: Claudio Vannacci

Editore: Toscana Tv srl

Redazione: Via del Biancospino, 29/b, 50010
Capalle/Campi Bisenzio (FI)

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