Sfruttamento lavorativo, operatori di strada in azione nei settori più a rischio
L'unità mobile della cooperativa Cat si è mossa all'interno del progetto Demetra che oggi ha fatto il punto sui risultati raggiunti in questi tre anni di progetto. Poche le informazioni sulle serre cinesi perché difficilmente "osservabili"
Tessile-abbigliamento, logistica e ristorazione che impiegano soprattutto pakistani, bengalesi e africani del sud Sahara, utilizzo di finti contratti part-time o assenza di qualsiasi contratto, impiego 12 ore al giorno per 6-7 giorni alla settimana. Conferma un quadro già noto alle istituzioni il lavoro fatto dagli operatori di strada della cooperativa Cat all'interno del progetto Demetra promosso da Coldiretti, con il contributo europeo e ministeriale, contro lo sfruttamento lavorativo e il contrasto al caporalato a cui Prato ha aderito per avere uno strumento in più per arginare questo fenomeno che in una città multiculturale con un'imprenditoria straniera molto accentuata rischia di assumere dimensioni incontrollabili.
I risultati sono stati presentati questa mattina, 30 marzo, alla biblioteca Lazzerini. In un anno e mezzo d'intervento, gli operatori di strada sono riusciti a raggiungere circa 300 persone. “E' emersa la grande forza attrattiva esercitata dal distretto del tessile-abbigliamento per fasce di forza lavoro migrante non specializzata e/o irregolare, proveniente anche da province limitrofe. – spiega Andrea Cagioni, responsabile dello sportello mobile della cooperativa Cat – I casi di sfruttamento rilevati fanno riferimento più all'area del lavoro sommerso che del lavoro sfruttato. I casi di grave sfruttamento emersi sono relativi per lo più a lavoratori occupati nel tessile abbigliamento. I contatti riguardano soprattutto uomini. Si registra infatti, grande difficoltà ad avvicinare le donne migranti”. Il progetto, che vede anche la partecipazione attiva della cooperativa Sarah sui percorsi formativi e di inserimento lavorativo, è nato per l'agricoltura ma nel caso di Prato si è concentrato soprattutto sul manifatturiero sia per la marginalità del settore agricolo che per la difficoltà registrata dallo sportello mobile di avvicinarsi agli orti cinesi: “Si trovano spesso lungo piccole strade e in luoghi isolati per cui per noi è difficile portare avanti un'attività di osservazione anche perché non possiamo invadere la proprietà privata. – prosegue Cagioni – Da quello che ci risulta comunque, dopo il caso di caporalato del 2016, negli ultimi anni mancano segnali chiari sulla presenza di reti di intermediazione illegale in agricoltura. Ci sono casi di lavoro sommerso e sotto dichiarazioni per braccianti italiani, studenti e anziani, occupati nei periodi di raccolta delle olive da piccole aziende locali”.
Il lavoro degli operatori di strada è ritenuto importante dall'assessore all'Immigrazione Simone Mangani che punta quindi a proseguire questo cammino oltre il progetto Demetra: “Riteniamo sia la modalità più semplice e immediata per entrare in contatto con chi neanche sa quali sono i mezzi per uscire da una condizione di sfruttamento. Per questo sta per nascere il progetto Soleil organizzato dalla Regione con altre regioni del Centro Nord”.
Un'altra particolarità del progetto Demetra, giunto al termine della sua valenza triennale, è stata quella di far incontrare domanda e offerta nell'immediato: “Si incrociano sul nostro portale alla fine di un percorso che ha visto migliaia di persone a rischio tratta contattate dal partenariato sociale. - spiega Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Toscana - Una parte ha avuto l'opportunità di essere formata per la sicurezza del lavoro e per l'Hccp e di iscriversi nel portale dove l'interfaccia sono un migliaio di aziende agricole che abbiamo intercettato nel corso delle nostre attività in tutta la Toscana. Al momento nella nostra regione sono state formate oltre 320. A breve sapremo anche quanti di loro si iscriveranno al portale”.
(e.b.)