E' in programma oggi, lunedì 20 settembre, l'interrogatorio di garanzia di don Francesco Spagnesi, il parroco della Castellina arrestato una settimana fa per importazione e spaccio di droga e per appropriazione indebita in relazione ai prelievi per decine di migliaia di euro operati sul conto corrente della parrocchia. Il sacerdote, difeso dagli avvocati Malerba e Febbo, sarebbe intenzionato a rispondere alle domande del giudice delle indagini preliminari e del sostituto Gestri, titolare dell'inchiesta nella quale è indagato anche il compagno di don Spagnesi, Alessio Regina, a casa del quale venivano organizzati i festini a base di sesso e droga con ospiti reclutati attraverso siti di incontri, scelti per la loro inclinazione sessuale e per la disponibilità a far uso di stupefacenti.
Intanto, col passare dei giorni, sono sempre di più e più dettagliati i particolari che emergono su don Spagnesi e in particolare sul suo disperato bisogno di soldi dopo essere stato estromesso dalla gestione del conto intestato alla parrocchia, decisione presa dal vescovo Nerbini appena saputo dei problemi di tossicodipendenza. Il parroco, lasciato al suo posto (il vescovo ha chiesto scusa ai fedeli durante la messa celebrata ieri alla Castellina, la prima dopo lo scandalo), ha iniziato a riempire di messaggi e telefonate i suoi conoscenti.
“Ci sono famiglie della parrocchia in situazione di disagio che hanno bisogno di contanti per far fronte alle spese quotidiane. Alle bollette ci ho pensato io, lei può aiutarmi? Potrei venire a casa oppure, se è in vacanza, posso darle il numero di una ricaricabile”. Firmato don Francesco. Messaggi whatsapp inviati a raffica non per mettere insieme offerte per i poveri ma, si è scoperto poi, per importare dall'Olanda gbl, 'la droga dello stupro', e comprare cocaina dagli spacciatori locali. Droga usata per lo sballo che – stando alle indagini della Squadra mobile – sarebbe stato una costante per don Spagnesi e per il suo compagno a partire almeno dalla primavera del 2019.
Gli investigatori sono concentrati sui conti per quantificare quanti soldi sono stati buttati nella droga: ci sono gli ammanchi sul conto corrente (diverse decine di migliaia di euro), ci sono le offerte della messa del sabato sera che il parroco ha detto di aver sempre tenuto per sé, si sono i soldi – tracciati e non – che i fedeli hanno consegnato credendo di contribuire alle opere di carità. Intanto alcuni dei parrocchiani e conoscenti di don Spagnesi che hanno fatto offerte tramite bonifici, assegni e ricariche della carta, hanno presentato querela chiedendo ai magistrati di verificare la sussistenza del reato di truffa. Si tratterà, eventualmente, di un altro capitolo di indagine che, in questa brutta vicenda, potrebbe anche non essere l'ultimo.
Sacerdote arrestato, ai fedeli chiedeva di fare le offerte “per le famiglie bisognose” su una carta ricaricabile
I messaggi che l'ex parroco della Castellina inviava via Whatsapp. Oggi in procura è fissato l'interrogatorio di garanzia di don Spagnesi accusato importazione e spaccio di droga e appropriazione indebita
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