Rsa, arriva il "salvagente" dei Comuni contro il maxi aumento: "Ora i gestori facciano la loro parte"
La società della salute ha deliberato uno stanziamento di 200mila euro per lo sportello sociale all'interno delle strutture, aggirando così il divieto di aumento delle quote sociali a proprio carico
I sette Comuni del pratese, riuniti nella società della salute, entrano in scena nel duro braccio di ferro tra la Regione, i gestori delle rsa e i sindacati sull’aumento indiscriminato di oltre 5 euro al giorno imposto d
al prossimo 1° aprile agli ospiti di buona parte delle 18 strutture presenti sul territorio per un esborso complessivo annuo di circa duemila euro in più a testa. Un frugare in tasca alle famiglie motivato dai gestori con l’aumento dei costi che il lieve ritocco della quota sanitaria della Regione non copre e contro cui si sono scagliati duramente i sindacati.
Ieri, 29 marzo, la società della salute ha deliberato lo stanziamento di 200mila euro per i gestori delle rsa come riconoscimento dell’attività informativa che viene compiuta ogni giorno in ambito sociale all’interno di queste strutture. Non potendo toccare la quota sociale a loro carico che per delibera regionale non può superare i 53,5 euro al giorno a ospite, i Comuni hanno pensato intervenire indirettamente finanziando una sorta di “sportello sociale” all’interno di ogni struttura. “In sostanza riconosciamo e valorizziamo una competenza che già esiste all’interno di queste strutture. - spiega Simone Faggi che in qualità di assessore al sociale del Comune di Prato è anche presidente della Società della salute - Lo facciamo per venire incontro alle famiglie. Su circa 850 ospiti sono pratesi in 550, quindi per noi il peso è di poco meno di un euro a persona al giorno. Spero che i gestori apprezzino il nostro sforzo e si comportino di conseguenza. Non mi aspetto certo che passino da 5 euro a zero ma neanche a 4 euro”. Messaggio delicato ma chiarissimo verso i gestori che a breve saranno chiamati a un tavolo di confronto per decidere proprio quanto questo contributo indiretto inciderà sull’aumento.
D’altronde tirare troppo la corta, potrebbe portare alla lunga a una fuga delle famiglie nei territori limitrofi, dentro e fuori regione, che presentano prezzi più contenuti o nessun aumento del genere, almeno per ora. Un rischio sottolineato dai sindacati che oltre al disagio per le famiglie comporterebbe anche conseguenze per il livello occupazionale delle strutture pratesi.
(e.b.)