09.01.2015 h 16:23 commenti

Resta agli arresti domiciliari l'investitore di Giancarlo Ravidà, confermate le accuse

Il giudice ha convalidato il fermo nei confronti del marocchino accusato di omicidio colposo e omissione di soccorso. La misura detentiva valida per i prossimi due mesi. Il difensore: "Il mio assistito non ci dorme la notte e vuole mandare un mazzo di fiori sulla tomba di Giancarlo Ravidà". Il procuratore Sangermano: "I processi si fanno nelle aule di giustizia"
Resta agli arresti domiciliari l'investitore di Giancarlo Ravidà, confermate le accuse
Resta ai domiciliari il marocchino di 29 anni che la sera del 3 gennaio, in via Valentini, ha investito Giancarlo Ravidà, lo studente universitario di 19 anni, originario di Foggia, morto all'alba del giorno dopo all'ospedale fiorentino di Careggi. Il giudice Angela Fantechi, nell'udienza di convalida del fermo, ha accolto totalmente la tesi della procura: sul marocchino, che due giorni dopo l'incidente si è costituito, pesano le accuse di omicidio colposo e omissione di soccorso. Ha risposto alle domande del giudice, ha fornito la sua versione dei fatti, identica a quella già rilasciata al procuratori Antonio Sangermano e al sostituto Lorenzo Gestri la sera del fermo di polizia giudiziaria, ha ripercorso i momenti terribili successivi all'incidente, ha detto di non dormirci la notte e di avere intenzione di inviare un mazzo di fiori sulla tomba di Giancarlo Ravidà i cui funerali sono stati celebrati ieri nel duomo di Foggia, la città che il diciannovenne aveva lasciato un anno fa, dopo il diploma, per raggiungere il padre, dentista all'ospedale di Prato, e iscriversi all'Università di Firenze. Leonardo Pugi, l'avvocato che difende il marocchino, ha detto che le dichiarazioni del suo assistito “sono state riscontrate dalle indagini, che le telecamere del negozio di articoli funerari I Sepolcri, pochi passi più avanti rispetto al punto dell'impatto, hanno ripreso l'uomo 52 minuti dopo l'incidente”. Sempre secondo il legale, un testimone avrebbe detto che tra le persone che hanno soccorso il povero ragazzo ce n'era anche una con la pelle olivastra. Quanto all'omissione di soccorso, l'avvocato ha spiegato che l'ambulanza è arrivata due-tre minuti dopo e che la vittima è stata subito caricata: “Il codice non impone di fare il medico – ha detto Pugi – ma solo di assicurarsi che i soccorsi intervengano nell'immediatezza dei fatti. Un incidente che poteva capitare a chiunque, il pedone è uscito dal buio e il mio assistito ha subito fermato l'auto. In quel momento non ha avuto però la forza di assumersi la responsabilità”. Il tribunale del Riesame deciderà sugli arresti domiciliari. “I processi si fanno nelle aule di giustizia”, è stato l'unico commento del procuratore Sangermano.   
 
Edizioni locali collegate:  Prato

Data della notizia:  09.01.2015 h 16:23

 
  • Share
  •  
 
 
 
comments powered by Disqus
 

Digitare almeno 3 caratteri.

 
 
 
 

Speciale