Quarant'anni fa, il 5 luglio 1982, Paolo Rossi da Santa Lucia smise di essere Paolino e diventò Pablito. Il Pablito di tutti, il Pablito nazionale. Memorabili le sue prodezze al Mondiale di Spagna con la maglia della Nazionale e, memorabile più di tutto, la sua tripletta al Brasile di Zico, Sòcrates e Falcão. Gol che hanno fatto la storia del calcio e di una Nazionale, quella di Bearzot, sulla quale nessuno avrebbe puntato una lira e che invece riuscì a far fuori non solo la Seleção, naturalmente destinata (sulla carta) a vincere il Mondiale, ma anche l'Argentina di Maradona, Passarella e Bertoni, la Polonia di Boniek e, in finale, l'11 luglio, la Germania di Rummenigge.
A 40 anni da quelle pagine di storia del calcio e a un anno e mezzo dalla scomparsa di Pablito, Prato ricorda il suo campione con il tricolore alla statua che lo raffigura, posta nei giardini di Santa Lucia. Una bandiera italiana, da stamani, cinge il mezzobusto di Paolo Rossi realizzato dall'artista Elisa Morucci. Un gruppo di cittadini ha voluto così ricordare il Mondiale di Spagna che avrà per sempre un solo simbolo: Pablito.
Quando “Paolino” divenne “Pablito”: tricolore messo alla statua di Rossi
L'omaggio dei tifosi pratesi alla vigilia del quarantennale di Italia-Brasile nel Mondiale '82 decisa dalla storica tripletta dell'attaccante originario di Santa Lucia
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